La Camera dei deputati rende omaggio alla memoria del giudice Paolo Borsellino esponendo la borsa che utilizzava tutti i giorni e che aveva con sé il giorno della strage di via d’Amelio, il 19 luglio 1992.
La teca contenente la borsa del giudice ucciso dalla mafia rimarrà esposta in Transatlantico per alcuni mesi e sarà visibile nei percorsi di visita di studenti e pubblico.
Alla inaugurazione dell’esposizione del reperto a Montecitorio sono intervenute le massime autorità della Repubblica e i figli del magistrato ucciso dalla mafia.
«Per noi è un giorno speciale – ha detto la figlia, Lucia Borsellino. Questa borsa non è solo un effetto personale di nostro padre, ma un reperto rinvenuto nel luogo della strage in cui perse la vita insieme ai suoi valorosi angeli custodi. È un oggetto-simbolo dello spirito di servizio di un uomo dello Stato che ha onorato questo Paese e le sue Istituzioni fino all’ultimo momento della sua vita».
Come riporta l’Ansa, in questi stessi giorni l‘agenda rossa di Paolo Borsellino» contenuta in quella borsa esposta alla camera « è stata cercata, ma non è stata ritrovata, in tre case dell’ex procuratore di Caltanissetta, Giovanni Tinebra: due in provincia di Caltanissetta, la terza ad Acicastello, alle porte di Catania.
Controllata anche una cassetta di sicurezza, trovata vuota, utilizzata in una banca dall’ex magistrato, morto nel 2017. Le perquisizioni eseguite dal Ros, che aprono un clamoroso scenario investigativo, sono state ordinate dalla procura nissena che indaga non solo sulla strage di via D’Amelio ma anche su quello che è stato descritto nei vari filoni processuali come “il più grande depistaggio della storia d’Italia”».
Il caso non è chiuso
Foto ANSA