Moreira Neves ha guardato lontano

“Spesso dom Lucas ricorreva alla storiella del fringuello, quando si trattava di spiegare il significato di qualche nuova iniziativa che gli stava particolarmente cuore, come la realizzazione di un centro sociale per i suoi amati meninos nella favela di Alto do Perù di Salvador de Bahia, che ora porta suo nome”. Per Elisabet Solis Correa e Luis Carlos de Almeida, responsabili dei Focolari a Bahia, “dom Lucas” è, ovviamente, il card. Lucas Moreira Neves, già primate del Brasile e prefetto emerito della Congregazione dei vescovi, scomparso l’8 settembre scorso. La favola a cui si riferiscono è molto nota in Brasile. Parla di un fringuello, il più piccolo degli uccelli, che attraversava tutta la foresta per andare a raccogliere una goccia d’acqua al fiume per portarla al suo nido e dar da bere ai suoi piccoli. Lo faceva instancabile, centinaia di volte al giorno. E agli animali che lo prendevano in giro, egli rispondeva:”Se tutti trasportassero una goccia come faccio io, condurremmo qui il fiume “. Rammentano i frequenti contatti col loro arcivescovo a Salvador, la terza città del Brasile, la più antica per storia, tradizioni e cultura, di cui fu alla guida pastorale per undici anni. “La sua casa – dice Elisabet – era sempre aperta. Sino a notte tarda, riceveva tutti, personalità e favelados. Non rimandava indietro nessuno senza averlo almeno ascoltato. Se aveva una predilezione, questa era per i giovani, di cui era riuscito a conquistare la fiducia. Tanti andavano a confessarsi da lui. Poi li invitava a fermarsi a cena”. Di questo porporato, che ha operato sia ai vertici dell’episcopato bra- siliano che dei dicasteri vaticani, ricordano in modo particolare “il suo voler stare in mezzo alla gente”. E non deve essere stato davvero facile essere vescovo a Salvador de Bahia, dove più che in qualsiasi altro luogo le culture e le razze si sono mescolate, dando vita a tutto ciò che può definire autenticamente brasiliano. Ma dove, forse, per questo, emergono con maggior evidenza i contrasti tra le diverse anime che lo compongono. “Eppure, è proprio a Salvador – prosegue Luis Carlos – che dom Lucas ha scelto di essere sepolto, in quella che era ormai la sua città”. Ricordano ancora con grande emozione il loro primo incontro col nuovo arcivescovo. “A nemmeno una settimana dalla sua elezione – rammenta Elisabet – ci invitò assieme a tutta la comunità dei Focolari a Salvador. Volle conoscerci personalmente tutti, grandi e piccoli, famiglie, sacerdoti e religiosi. “Vi ringrazio immensamente – ci disse nel congedarci – di questa serata passata così in fa- miglia, che mi ha mostrato la realtà ancora giovane, recente, modesta, ma già molto autentica e genuina dell’Opera di Maria. Questo è ciò che mi sta più a cuore: essere, e volerlo essere tutti i giorni della mia vita, pastore e custode dell’unità. Conto su di voi””. Più che un uomo di punta nella Chiesa brasiliana del dopo- concilio come il suo grande amico Helder Camara, fu dunque piuttosto un mediatore paziente di un cammino di unità all’interno di essa e di dialogo al di fuori. La sua azione fu meno dirompente forse – anche se non mancò mai di far sentire la sua autorevole voce di presidente della Conferenza episcopale brasiliana in favore delle legittime richieste dei sem terra -, ma non per questo meno efficace. Diede impulso, ad esempio, ad un organismo di coordinamento tra le forze attive del laicato, il Camec (Commissione arcidiocesana dei movimenti ecclesiali), che si rivelò di grande incidenza per la vita della diocesi. “In esso – spiega Luis Carlos – ciascuno si sentiva valorizzato e privilegiato per quel dono specifico che metteva a disposizione di tutti. Veramente in questo comune cammino ci siamo sentiti tutti vicendevolmente arricchiti”. Moreira Neves aveva d’altronde avuto modo di approfondire precedentemente la conoscenza dei nuovi movimenti ecclesiali che stavano emergendo, essendo stato chiamato nel 1974 a ricoprire la funzione di vice presidente del Pontificio consiglio per i laici, e successivamente quella di segretario della Congregazione dei vescovi. Incontrò più volte in quegli anni Chiara Lubich stessa, adoperandosi affinché il Movimento dei focolari trovasse la sua giusta collocazione nel Pontificio consiglio per i laici. Da allora favorì in varie circostanze la reciproca conoscenza tra i responsabili del movimento e vescovi o membri della curia. Ritornato in Brasile, invitò la fondatrice dei Focolari ad offrire la sua testimonianza all’assemblea della Conferenza episcopale, di cui era presidente, riunita ad Itaici, nei pressi di San Paolo. Era il 27 aprile del 1998, ad un mese dal grande evento della Pentecoste di quell’anno, che avrebbe segnato una nuova stagione per il riconoscimento a pieno titolo dei nuovi movimenti nella chiesa. Un riconoscimento a cui Moreira Neves, come quel piccolo fringuello, con cui probabilmente amava identificarsi, ha saputo dare un contributo prezioso. Semplicemente dom Lucas Da giovane religioso domenicano, formatore ed animatore dei novizi e degli studenti di San Paolo e di Rio de Janeiro. ai più alti vertici dell’episcopato. Attento al dialogo interreligioso – nota, tra le altre sue pubblicazioni, la Lettera ad un amico ebreo – e insieme sostenitore dei diritti dei diseredati. Di questo fine e colto porporato di colore, primogenito di dieci fratelli, non è facile sintetizzare in poche righe la poliedrica attività che l’ha visto lungo l’intero arco della sua vita impegnato su più fronti. Scrittore e giornalista – membro, tra l’altro, dell’Accademia di Lettere, una delle più esclusive e prestigiose istituzioni culturali brasiliane – per anni ha tenuto una rubrica settimanale in alcuni tra i più diffusi quotidiani nazionali. Nel 1967 è stato nominato vescovo ausiliare a San Paolo. È stato delegato dei vescovi brasiliani alla Conferenza dell’episcopato latino-americano a Medellín (1968). Nel marzo 1974 è stato chiamato a Roma, come vicepresidente del Pontificio consiglio per i laici, e successivamente (nel ’79) segretario della Congregazione per i vescovi. Nel 1987 è stato eletto alla sede primaziale del Brasile di Salvador de Bahia e, infine, nel giugno ’98, nominato da Giovanni Paolo II prefetto della Congregazione per i vescovi. Il 16 settembre 2000, al compimento del 75° anno di età, il papa ne ha accettato le dimissioni per motivi di salute.

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