Milano-Cortina 2026, gioia olimpica

A vent’anni di distanza dall’edizione di Torino, le Olimpiadi invernali tornano in Italia, grazie alla candidatura congiunta di Milano e Cortina d’Ampezzo. Battuta la Svezia, col binomio Stoccolma-Are
Philippe Lopez/Pool via AP

Un’esultanza da stadio ha accompagnato le parole del presidente del Comitato Olimpico Internazionale Thomas Bach: la delegazione italiana giunta a Losanna è letteralmente esplosa quando sono state pronunciate le fatidiche parole “Milano-Cortina”. Si tratta di una grande notizia per lo sport azzurro: la candidatura tricolore, alla fine, ha vinto su quella svedese per 47 voti a 34: dopo Torino 2006 e Cortina 1956, quindi, l’Italia si appresta ad ospitare la più importante manifestazione dedicata agli sport invernali.

Le scene di giubilo dei massimi protagonisti dello Sport tricolore rimarranno a lungo impresse nella memoria. Il presidente del Coni Giovanni Malagò, per la gioia, ha letteralmente sollevato e preso in braccio l’ex schermitrice Diana Bianchedi, coordinatrice del dossier presentato al Cio. Lo stesso Malagò, poi, profitta del momento per comunicare la sua nuova candidatura alla presidenza del Comitato olimpico: «Sono molto emozionato, è un risultato molto importante non solo per me ma per l’intera nazione. Sono davvero orgoglioso di questa squadra che abbiamo creato tutti insieme senza differenze di colore politico. Se avessimo perso – ha dichiarato – sarebbe stato giusto che qualcuno mi sostituisse. Abbiamo fatto un lavoro formidabile, questa vittoria la dedico proprio a tutto il Coni».

Milano-Cortina 2026: tutti i numeri del successo

La vittoria dell’Italia è quella di un progetto che, per una volta, ha accantonato divisioni politiche e diversità di vedute da un punto di vista sia sportivo che economico. L’evento a cinque cerchi sarà una sorta di benedizione per il nostro paese, con un significativo ritorno di investimenti e posti di lavoro. Ad evidenza di tutto ciò c’è una stima compiuta da una ricerca universitaria operata in maniera congiunta da Bocconi, Sapienza e Ca’ Foscari, evidenziata nel numero odierno della Gazzetta dello Sport. La stima di massima è che per ogni euro investito per l’evento olimpico possano entrarne 2,7: ci saranno quasi tre miliardi di euro di indotto, mentre per ciò che riguarda il lavoro saranno più di 20.000 gli occupati in vista del 2026. Senza contare i benefici fiscali: le entrate per l’erario supereranno i 600 milioni, a fronte di un’uscita di poco più di 400 milioni per la sicurezza.

Numeri che rendono bene l’idea di quello che, se ben gestito, sarà un successo annunciato. La “ricetta” ideata per i giochi di Milano-Cortina, d’altronde, è stata vincente sin da subito. Questo grazie a 14 sedi di gara, ai costi contenuti per la costruzione di nuovi impianti e alle previste ricadute economiche sui territori coinvolti. Milano e Valtellina (con Bormio, Stelvio e Livigno) in Lombardia, Baselga di Pinè e Anterselva in Trentino e Cortina in Veneto saranno i palcoscenici in cui si esibiranno gli atleti. I tre villaggi olimpici, costruiti su strutture prefabbricate recuperabili, sorgeranno a Milano (nei pressi dell’ex scalo ferroviario di porta Romana), Livigno e Cortina. Uno dei propositi che alla fine hanno fatto la differenza è stato quello di utilizzare il 92% delle sedi di competizione già esistenti o temporanee: una scelta che limita in maniera sensibile l’impatto sull’ambiente della manifestazione.

Goggia-Moioli, la vittoria degli atleti

Impossibile, poi, non pensare ai protagonisti principali del circo olimpico: gli atleti. A Losanna, nelle ore decisive per la decisione del Cio, erano presenti due campionesse olimpiche del calibro di Sofia Goggia e Michela Moioli: la prima ha vinto a Pyeongchang 2018 nella discesa libera di sci alpino, la seconda nello snowboard cross. In molti sono convinti che la loro presenza e il grandissimo entusiasmo mostrato siano stati decisivi nel convincere i delegati più incerti. La loro gioia, alla fine, è quella di tutti gli sportivi italiani.

«La discesa di Cortina – ha detto la Goggia – è la mia preferita, è affascinante, è un’esperienza unica. Da piccola ho sempre sognato le Dolomiti. Avrò 32 anni nel 2026, non mi dispiacerebbe gareggiare in patria». La Moioli, invece, aggiunge: «Ricordo il mio ultimo salto in Corea, quando vidi il traguardo, ora ne abbiamo un altro: una candidatura che ha messo noi atleti al centro del progetto visto che il 95% di noi sarà a meno di 20 minuti dalle sedi di gara». Il sogno olimpico italiano, adesso, può veramente cominciare.

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