Mamma e lavoro

Ho 35 anni, sono sposata ed ho due bambini. Da oltre un anno sto cercando una nuova occupazione, ma nessuno è disposto a concedere lavoro part-time. Da più parti si sente difendere la famiglia, la sua importanza, e poi se uno stipendio non basta, si è costretti a lavorare in due per poter tirare avanti. Cosa devo fare? Come posso essere presente nella mia famiglia, coi miei figli e nello stesso tempo collaborare con mio marito al suo sostentamento?. Lucia – Varese Orari di lavoro flessibili, asili aziendali e congedi parentali: qualcosa si è mosso in Italia negli ultimi tre anni, ma sono sufficienti questi strumenti perché la ripresa del lavoro dopo la maternità sia effettivamente possibile? Di fatto la reale applicazione del part-time da noi è ancora molto limitata e forse anche per questo, secondo dati Istat e Cnel del 2003, solo il 45 per cento delle donne italiane continua a lavorare dopo il secondo figlio. Nel giro degli ultimi mesi, in diverse città italiane, studi e convegni hanno messo a fuoco questo attualissimo interrogativo. Risultato: qualche primo progetto pilota, in grado di convertire il prezioso equilibrio tra vita personale e lavoro, particolarmente a cuore alla madre lavoratrice, in vantaggio competitivo per l’azienda. Intanto, una domanda nuova sembra emergere dalle donne stesse: la richiesta di promozione, informazione e consulenza per superare la logica del fai da te, che si impone quando la famiglia è alle strette. E quali i luoghi istituzionali più disponibili per offrire consulenza a donne ed aziende? In Lombardia si sono proposti, ad esempio, i consultori familiari o le organizzazioni sindacali. Al servizio delle famiglie opera anche il Forum delle associazioni familiari, presente in tutte le regioni. Per informazioni sulle iniziative regionali o su argomenti generali, è possibile visitare il sito del Forum al seguente indirizzo: www.forumfamiglie. org. È opportuno continuare a spingere in questa direzione, nella consapevolezza di quanto sia necessario passare dalla visione della maternità/paternità come fatto privato e costoso per la collettività, a quella di un vero e proprio guadagno per il sistema economico e la società. Il primo e vero motore del nostro sviluppo è infatti il capitale umano, che la famiglia prepara adeguatamente ai compiti sociali. Per questo, suggeriamo senz’altro alla nostra lettrice di esplorare le diverse fonti di conoscenza e informazione, senza dimenticare tuttavia di valorizzare altre importanti riserve di creatività, proprie della famiglia. Il primo punto forza della gestione familiare è e resta la sintonia tra i coniugi, mentre non è del tutto negativo per l’educazione dei figli la frequenza di un buon asilo o la presenza di persone affidabili che se ne prendano cura, per un tempo ragionevole, in assenza di papà e mamma. I due genitori sono sempre i primi creatori e ricreatori del comune progetto- famiglia. È in definitiva il dialogo aperto tra loro lo strumento primo e fondamentale per creare le migliori condizioni di benessere per i figli e allo stesso tempo promuovere le legittime aspirazioni di crescita umana e professionale di loro stessi.

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