Loppiano: le sfide del papa

Alcuni commenti a caldo sulla visita del papa a Loppiano di Maria Voce, Jesús Morán, Piero Coda, Marco Pozza, Enzo Romeo, Fabio Storchi e il monaco buddista Wachiramethi

Enzo Romeo, vaticanista tg2, sta per andare in onda, manca poco alla diretta delle 13, ma un suo commento vuol darlo: «Mi ha colpito molto il riferimento all’unità che è il carisma dei focolarini. C’è necessità di fare sinergie in questo momento epocale perché è l’unico modo di vincere la sfida di una società che appare molto lacerata. C’è bisogno di imparare a condividere la necessità dell’altro che è ricchezza e non separazione».

Don Marco Pozza, cappellano carcere di Padova e commentatore del vangelo su Rai 1  è l’involontario protagonista di una citazione nel discorso del papa. «Il papa – racconta sorpreso – mi ha citato perché un giorno, parlando di un mio libro, gli ho chiesto: “Qual è il contrario di mio?”. E lui mi ha risposto: “Tuo”. “No ‒ gli ho detto ‒ perché i poveri mi hanno insegnato che il contrario è nostro”. Lui oggi lo ha parafrasato con il concetto di io e nostro, ma mentre saliva in macchina gli ho chiesto: “Ma era necessario che mi mettessi in imbarazzo”. E lui mi ha risposto: “Hai visto che ti ho citato?”. È stata un’ennesima sorpresa anche per me, ma significa che c’è un Dio che lavora di sotterfugio anche dentro gli imprevisti». Della sua presenza a Loppiano, per una registrazione di una puntata di A sua immagine che andrà in onda sabato 12 maggio alle 15 e 55 vuole sottolineare: «Il fatto di essere stato protagonista di un brano di Vangelo perché un conto è vedere il papa da vicino, un conto è vederlo insieme alla gente, respirare il clima di attesa. Questa è la cultura dell’incontro a cui accennava anche oggi».

Numerosi i nuovi concetti espressi oggi dal papa in modo esplicito come la “spiritualità del noi” «con un indubbio riferimento – commenta don Piero Coda, preside dell’istituto universitario Sophia –  alla spiritualità dei Focolari. È un impegno a vivere in un cammino sinodale, nel discernimento comunitario per realizzare la fedeltà creativa, con un aggancio alla memoria e, allo stesso tempo, con una proiezione in avanti.  Sono emerse linee che delineano le potenzialità del carisma dell’unità, non solo come ispirazione spirituale, ma come prassi di vita comunitaria. Linee che vanno declinate in modalità concrete nel momento in cui la Chiesa tutta, grazie a papa Francesco, sta realizzando un esodo verso una forma di vita ecclesiale improntata alla sinodalità. Sono tutti principi che sono presenti virtualmente nel carisma, sperimentati a livello di laboratorio che vanno proiettati su larga scala. Vanno pensati, strutturati, perché non possono essere lasciati all’improvvisazione e all’entusiasmo. Occorre una cultura».

Seduti su un prato, sembrano dei francescani per la semplicità e la frugalità del pranzo, ma sono una decina di monaci buddisti della Thailandia con il loro saio arancione sgargiante. Il monaco Wachiramethi è un vero leader e ha 6 milioni di follower nel suo account di Facebook. «Il papa – dice – è come se mi avesse detto di guardare agli altri come se fossero tutti della tua stessa famiglia perché l’amore universale va al di là dei confini. Se pensiamo di essere superiori agli altri, li schiacciamo. Il fatto di sentirsi fratelli è meraviglioso perché, di fatto, tutti siamo uguali. Questo è l’inizio della pace per l’umanità. Un’altra idea che voglio sottolineare del discorso del papa è quando dice che anche nelle situazioni più difficili si può avere speranza e vivere con gioia e umorismo. Sorridere di fronte ai problemi mi ha fatto ricordare che l’umorismo è la migliore medicina. Inoltre, quando parliamo dell’amore si possono attribuire molti significati ma quando incontri lo sguardo e il sorriso del papa capisci che è un testimone dell’amore. L’amore è così».

Fabio Storchi è stato il presidente di Federmeccanica e oggi presiede diverse società. «Da poco – racconta nelle industrie metalmeccaniche abbiamo da rinnovato il contratto di lavoro d’accordo con le sigle sindacali condividendo la necessità di fare un salto culturale. Di passare dal conflitto alla partecipazione per creare le condizioni per cui il lavoratore con possa dare solo un contributo fisico della sua attività ma anche un contributo di intelligenza, cuore e passione.  Fare insieme è il mio slogan per la necessità inderogabile di creare le condizioni all’interno delle fabbriche per una unità d’intenti tra l’impresa e il lavoro per strategie di innovazioni che permettano di restare competitivi per creare occupazione e ricchezza per tutta la società». È la sua prima volta a Loppiano incuriosito dalle proposte dell’istituto universitario Sophia e dalle idee dell’economia civile che pensa: «Possa rappresentare un nuovo modello economico a cui tendere per dare una risposta al modello industriale capitalista attuale. Siamo tutti alla ricerca a qualcosa di nuovo per dare risposta ai mali del nostro tempo, alle divisioni di reddito tra le diverse classi sociali. Condividere il futuro va nella direzione auspicata da Chiara Lubich e che papa Francesco ci ha indicato sin dal primo giorno del suo pontificato».

Jesús Morán, copresidente del Movimento dei Focolari è visibilmente entusiasta della visita del papa appena conclusa. Comincia con un aneddoto. «Ho chiesto al papa se era stanco e lui mi ha risposto che al contrario si era anche divertito». Concetti da lui esplicitati per la prima volta come discernimento comunitario, la civiltà dell’alleanza, la spiritualità del noi «costituiscono un dono immenso perché ci lasciano un programma valido non solo per Loppiano ma per tutti i Focolari. Sottolineando – inoltre – la fedeltà creativa il papa ha confermato la linea che avevamo preso nell’ultima assemblea dei Focolari. Vuol dire, da una parte, rendere attuale il carisma, dall’altra, ricomprenderlo per rendere manifesto l’inespresso. Così andremo avanti al passo con la storia. Altro concetto fondamentale – conclude – è la memoria perché non c’è attualizzazione senza memoria che ci fa guardare al futuro. Non vuol dire ripetere il passato, vuol dire andare alle origini di una realtà viva per trarre quegli elementi di attualizzazione. Esiste un famoso libro di Martin Buber degli anni ’30, Io e tu. Oggi bisognerebbe scrivere Io e noi. Questa è la grande sfida culturale che il papa oggi ha lanciato a Loppiano».

« L’ultima battuta del papa – chiosa Maria Voce, presidente dei Focolari, – sulla laicità è straordinaria perché mette in luce quello che i laici dei movimenti fanno per la Chiesa. Il papa nei suoi viaggi in Italia mette in luce i germi di una vita comunitaria che nascono nella Chiesa e testimoniano la nuova stagione nata con il Concilio Vaticano II. Quando parla del discernimento comunitario non è una novità. Il fatto nuovo è che lo abbia detto pubblicamente per evidenziare che nella comunione, nel sapersi ascoltare reciprocamente, con il saper perdere le proprie idee, con il parlarsi con franchezza, libertà, sincerità, si scopre il cammino che Dio chiede alla Chiesa oggi. Noi crediamo in questo e cerchiamo di metterci in cammino con tutti gli altri».

 

I più letti della settimana

Chiara D’Urbano nella APP di CN

La forte fede degli atei

Mediterraneo di fraternità

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons