L’offensiva diplomatica di Israele in Ciad

Lo Stato ebraico non nasconde più il suo interesse crescente per il continente africano. La visita storica del presidente ciadiano ha un timbro antiterroristico, ma anche economico.

Domenica scorsa, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha ricevuto Idriss Deby a Tel Aviv. In qualche modo è una data storica. In effetti questa è la prima visita di un presidente ciadiano dal momento dell’interruzione delle relazioni tra Tel Aviv e N’Djamena nel 1972. Idriss Déby è stato ricevuto in pompa magna e con tutti gli onori, persino con un passaggio dinanzi al picchetto d’onore della guardia nazionale al suo arrivo all’aeroporto.

Benjamin Netanyahu ha detto: «Non abbiamo mai smesso completamente i nostri contatti, ma ora stiamo sviluppandoli a un ritmo rapido. In realtà, Israele coopera in questo modo, cioè sotto traccia, con alcuni Paesi africani dagli anni ‘60 e dai primi anni ‘70, soprattutto nei campi dell’agricoltura e dell’approvvigionamento idrico.

Di fronte a una crescita del terrorismo nel deserto del Sahara che la forza congiunta del G5 Sahel non è ancora riuscita a contenere, il presidente Idriss Deby cerca un sostituto alle potenze occidentali alleate, troppo lente nel garantire le loro promesse di finanziamento.

Il vertice israelo-africano, che doveva tenersi dal 20 al 27 ottobre 2017, poi rinviato senza fissare una nuova data sotto la pressione di alcuni Paesi africani ostili a Israele, aveva dato un colpo secco alla collaborazione, fermando di fatto la cooperazione tra Israele con alcuni Paesi africani ambiziosi. Tuttavia, Tel Aviv ha sempre potuto contare su una dozzina di Paesi che Netanyahu aveva visitato nell’estate del 2016. Ricordiamo che il primo ministro israeliano ha inoltre visitato Kenya, Ruanda ed Etiopia quest’anno.

Israele sta facendo un ritorno in sordina in Africa, dove sta lentamente, ma decisamente tessendo la rete delle sue relazioni, sotto la copertura della cooperazione anti-terrorismo e per la sicurezza. Le aziende israeliane ne approfittano per ritagliare le loro fette nel potenziale di crescita del continente.

La nuova offensiva israeliana in Africa obbedisce a precisi interessi geopolitici. Israele vuole, infatti, rafforzare le sue relazioni con il Mali nell’Africa occidentale e la Somalia nell’Africa orientale, entrambe in lotta con potenti fronti terroristici. Sono stati avviati anche progetti di sviluppo economico con finanziamenti israeliani per svariati milioni di dollari, mentre cooperazioni bilaterali sono state avviate in varie forme con gli alleati nel continente nero.

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