Liberi secondo il piano di Dio

La conquista di ogni momento: mantenersi su un piano di umanità.
Giovani

Se si osserva la vita, e la si osserva in un tempo come questo (e forse, per ogni uomo ogni tempo è stato su per giù come questo), essa appare come un dramma tremendo in cui il dolore è così vasto e la prova così tesa che se non s’avesse la forza dall’alto e la gioia dall’interno bisognerebbe sparare, agli altri e a sé. Il giogo che il Signore c’impone è fatto, dall’amor suo, soave e leggero: ma è un giogo: un carico di croce per il quale la vita si svolge come una salita al Calvario per morirci su un patibolo, tra compianti di poca gente, ghigno di molti, e indifferenza dei più. L’amore di Dio sostiene la croce: ci aiuta a salire. Spesso si interpone fra noi e Dio, tra la nostra debolezza e la forza divina, un diaframma di incomunicabilità, fatta di malintesi, di pregiudizi, di borie. Basta volgersi all’altare del Dio vivo e la cosa muta. Muta, e spiega il mistero della nostra libertà e della nostra prova. Siamo liberi anche di non credere, e possiamo sotto la prova crollare, se vogliamo. Ecco la nostra grandezza: siamo talmente liberi da poter rinunciare persino alla nostra libertà: persino a Dio e persino a noi: precipitare.

 

La libertà usata secondo il piano di Dio sta nel liberarsi dalle suggestioni e dalle oppressioni. Si realizza attraverso una conquista di ogni momento, strappata all’egoismo e alla codardia propria e a quella degli altri. Così ci si mantiene su un piano di umanità. Per mantenervisi malgrado suggestioni, e impulsi d’ogni sorta, occorre una resistenza superumana. Oggi il pericolo dell’uomo è di soffocare la propria vita, in una forma snaturata di culto di sé stesso, si tende a porre il fattore economico come fattore determinante dei rapporti umani e della storia. E l’egoismo vi assume l’aspetto di un’alienazione della propria personalità morale. La lotta per appressarsi a Dio ci dona l’unione con lui e insieme redime e fortifica lo spirito, salvando e accrescendo i valori della nostra personalità. In essa noi troviamo Dio e troviamo noi stessi; e tutta la storia umana ci appare una trama, in apparenza complicata, ma in sostanza assai semplice, per mettere la nostra persona nella linea che conduce a Dio. Ed ecco che in ognuno che viva razionalmente si ripete, in certo modo, l’esperienza di Dante, il quale attraverso la prova del male e l’espiazione si libera e liberandosi sale, sino ad attingere l’eterna verità, l’infinita libertà.

 

Da: Disumanesimo, Città Nuova, 2007.

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