Le astuzie di Pierino

S. Prokof’ev, Pierino e il lupo. IV Festival Internazionale di Villa Adriana, Tivoli (Roma).
Carlo Rizzari

Raccontare del furbo Pierino, che con gli animali suoi complici cattura il lupo cattivo, in lingua umbra – per fortuna, non “stretta” –, è una cosa che solo Filippo Timi, versatile attore-scrittore di cinema e teatro, può permettersi. Gigioneggiando con piacere e presentandosi in frack e una lunga coda lupesca fra le gambe. Il racconto scritto da Prokof’ev nel 1936 per il Teatro Centrale dei bambini a Mosca funziona ancora, visto che nel pubblico di bambini, occhi quanto mai svegli, ce n’erano parecchi e nessuno s’è addormentato. La musica del compositore russo è agile, strizza l’occhio ai ragazzini, gli fa conoscere i vari strumenti dell’orchestra mimetizzandoli coi personaggi della fiaba (il gatto è il clarinetto, l’uccellino il flauto, l’oboe l’oca, i corni il lupo…) e il giovane Carlo Rizzari dirige con sicurezza e simpatia, mentre Timi gioca con la musica e il testo.

Poi, dopo Prokof’ev, Rizzari scatena l’orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, agguerrita, nel dinamismo emotivo della Settima Sinfonia di Beethoven, cavallo di battaglia delle orchestre. E quella ceciliana si conferma tra le dieci migliori del mondo.

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