L’arte del riutilizzo

Le strade del riuso sono infinite. Ecco solo alcune indicazioni. Aspettiamo le vostre.

Pedro Reyes, un artista messicano, ha trasformato pistole e fucili in pale da giardino offrendo un servizio sociale alla sua città. Anche senza arrivare alla creatività di Pedro, abbiamo altri colpi in canna per riusare oggetti e cose che non servono più e sono un sano contributo ad una vita più sobria, con ricadute positive sull’ambiente.

La crisi in corso ci obbliga a comportamenti virtuosi e a far di necessità virtù. È meglio, infatti, riparare una scarpa, rattoppare un calzino, riciclare il cibo nel frigo, riutilizzare l’acqua, regalare vestiti che non si adoperano più, liberarsi da oggetti mai usati per uscire dal paradigma consumistico ed entrare nel paradosso della comunione con cose, oggetti e persone.

Tra gli sprechi maggiori in casa nei posti alti della classifica ben si posiziona l’oro blu. Senza citare gli esempi già menzionati nel n. 9/2010 di Città Nuova, scopriamo che l’acqua di cottura delle patate è un ottimo detergente per lavare gli indumenti delicati, mentre l’acqua di cottura delle verdure, non salata, è un ottimo concime per le piante perché ricca di sali minerali. Non possiamo non ricordare che l’acqua di condensa del condizionatore non va gettata, è distillata. La si può riutilizzare per innaffiare o nel ferro da stiro a vapore.

Per chi avesse un giardino o un orto, le bottiglie di vetro, infilate vuote nel terreno per circa dieci centimetri allontanano le talpe che danneggiano il suolo. Le talpe, pur cieche, sentono bene i rumori amplificati dalla bottiglia vuota. E fuggono. I contenitori di plastica dei detersivi non buttateli tutti, possono essere riutilizzati con il servizio “alla spina” presente in molti supermercati o, ben lavati, per il recupero degli oli di frittura.

Addirittura i collant rotti producono, strofinati, una carica elettrostatica che attira la polvere. Perciò sono riutilizzabili per spolverare e lucidare le scarpe. Non generano, dunque, solo una carica nervosa nelle nostre consorti quando si rompono. Le nonne facevano bene a pulire vetri e specchi con fogli di giornale. Funzionano ancora. Vecchie maglie di lana fatte a pezzi lucidano l’argenteria e quattro cucchiai di scaglie avanzate di sapone in un recipiente con 4 bicchieri d’acqua calda, lasciate riposare per un paio di giorni con un cucchiaio di zucchero, generano delle bolle di sapone. «Non in casa!». Recita mia moglie. Meglio in balcone per la pace sociale.

 

LA PAROLA AI LETTORI

Conoscete l’arte del riutilizzo? Scrivete a segr.rivista@cittanuova.it o all’indirizzo postale.

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