L’arte del Kintsugi in danza

L’antica arte giapponese del riparare con oro liquido oggetti in ceramica è la metafora che dà vita allo spettacolo di Giovanna Belloni e Daniele Ziglioli, coreografi con una forte spinta sociale

Preziosi e unici. Riparati con l’oro che non nasconde, anzi esalta il valore della ferita. Sono gli oggetti accarezzati dalla tecnica del Kintsugi. E Kintsugi è anche il nome di uno spettacolo coraggioso messo in scena da Giovanna Belloni e Daniele Ziglioli, il 1° Marzo alla Triennale – Teatro dell’Arte di Milano.

Se alla base del Kintsugi c’è l’idea che da una ferita possano rinascere perfezione estetica e interiore, ispirandosi alla stessa filosofia, lo spettacolo mostra  in danza come, anche per gli uomini, una ferita e un dolore possano significare rinascita e nuova bellezza.

Lo spettacolo si compone di tre scene che aiutano lo spettatore a entrare in mondi diversi, dove prendono forma tre ferite: il disagio, che si può provare anche in giovanissima età, legato all’esclusione e all’emarginazione e che dà vita al fenomeno del bullismo; il viaggio della mente in un pianeta parallelo, come accade alle persone che soffrono di Alzheimer; le rotture fisiche e dell’anima. Ad arricchire la scena ci sono le opere di Giovanna La Falce, artista poliedrica che per Kitsugi realizza sculture in diversi materiali, dal bronzo al ferro, con cui i danzatori interagiscono. Le musiche dal vivo sono affidate a Luciana Elizondo e al suono della sua viola.

La missione sociale dietro questa impresa artistica è evidente anche nella scelta di destinare l’incasso della serata a sostegno di due attività strettamente legate con i temi dello spettacolo: l’Associazione CAF (https://www.caf-onlus.org/) Centro Aiuto Minori e Famiglie – che dal 1979 opera nel campo della prevenzione degli abusi, accoglienza, e sostegno alla famiglia – e  il progetto “Il paese ritrovato” della cooperativa La Meridiana (http://www.cooplameridiana.it/il-paese-ritrovato/), nuovo centro di accoglienza per malati di Alzheimer strutturato come un vero e proprio piccolo paese con appartamenti e servizi comuni: teatro, banca, luogo di preghiera, parrucchiere, negozi, tutti con personale specializzato e addetto alla cura. Il villaggio si trova nei pressi di Monza, e affronta un’emergenza sociale che va guardata in faccia con sempre maggiore coscienza e competenza. La scelta di questi temi particolare è legata anche alle esperienze personali dei registi e ha l’obiettivo di avvicinare l’arte al sentire quotidiano, alle sfide che ciascuno si trova a vivere nelle fragilità della propria famiglia o del proprio ambiente. Un’arte che avvicina alla vita.


Giovedì 1 marzo ore 20.00

Teatro dell’Arte, viale Alemagna 6 Milano

Biglietti dai 10 ai 25 €

Acquisto biglietti sul circuito Vivaticket e presso la biglietteria del Teatro dell’Arte (da martedì a domenica ore 10.30 – 19.30)

Informazioni: 02.724341

http://www.triennale.org/

 

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