La vita degli abitanti

La scomparsa, ad inizio 2017, di Leonardo Benevolo, architetto e studioso della città di eccezionale levatura, ci spinge a raccogliere il “testimone” di una vita di impegno, studi e ricerche

La scomparsa, ad inizio 2017, di Leonardo Benevolo, architetto e studioso della città di eccezionale levatura, ci spinge a raccogliere il “testimone” di una vita di impegno, studi e ricerche. Esponente autorevole di quel particolare mondo di intellettuali impegnati in Italia a partire dal secondo dopoguerra, tra i più noti studiosi di storia dell’architettura, ha segnato per lungo tempo il mondo dell’architettura e dell’urbanistica con un lavoro a tutto campo, con progetti e piani regolatori, ma anche con articoli, studi, ricerche, libri, ecc. Personalmente devo ai suoi scritti, e a quelli di Italo Insolera, il mio impegno nell’urbanistica, a partire da quell’eccezionale corso per le scuole superiori che scrisse.

Nella lezione di Benevolo, scopo dell’architettura è quello di migliorare, anche solo di poco, l’ambiente fisico in cui vive la gente. La sua attenzione è alla persona, e pensare la città è pensare l’ambiente di vita dell’uomo. Sembra scontato, ma oggi non lo è più, quando la città, per come l’avevamo conosciuta, sembra dissolta e la forza delle economie (e non quello di politiche disegnate per l’uomo) ne stabilisce lo sviluppo e il futuro. Questo obiettivo deve essere ribadito con forza, con tutte le sue implicazioni, così come detto da papa Francesco nella Laudato si’. Benevolo lo faceva con tutti gli strumenti, dai progetti di architettura ai piani urbanistici, ma anche alle leggi, e soprattutto agli studi e agli articoli. Questo richiamo forte allo studio e alla ricerca, alla serietà e profondità di uno spessore culturale come quello da lui maturato, è per noi oggi importante di fronte alla superficialità e alla pochezza culturale che spesso si riflette in politiche inadeguate.

Benevolo era poi parte di un mondo fondato sulla dimensione pubblica della città, in cui credeva molto. È anche questo un richiamo forte a una responsabilità collettiva a cui non si può rinunciare. A noi è chiesto oggi di recuperare, anche con strumenti nuovi, un governo collettivo della città che sia indirizzato all’interesse comune; un percorso difficilissimo e non certo prevalente oggi, ma appassionante e in grado di offrire un senso al nostro impegno collettivo.

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