La Via di Maria

Maria è il tipo e la forma della chiesa, ed è perciò evidente che, in tale sublime creatura, possono trovare il proprio modello tutti i cristiani. Così è stato anche di noi. (“) I diversi momenti della sua vita, presentati dal Vangelo, pur essendo straordinari, ci sono apparsi come tappe successive a cui l’anima nostra poteva guardare, nelle diverse età della vita dello spirito, per averne luce e sprone. E l’illuminazione è stata così forte che abbiamo chiamato la nostra strada: Via Mariae, la Via di Maria. Eccone alcune tappe, in estrema sintesi e quasi a titoli. Un primo avvenimento della vita di Maria è l’Annunciazione, quando il Verbo si incarna nel suo grembo. Se noi cerchiamo di capire la vita di alcuni santi, vediamo che qualcosa di analogo è avvenuto anche in loro. Quando si va nella chiesa di San Damiano, in Assisi, dove Chiara è vissuta, a volte la guida, illustrando quel luogo sacro, dice: “Qui Cristo si incarnò nel cuore di Chiara”. Benché Chiara d’Assisi vivesse anche prima una fervente vita cristiana, l’incontro con san Francesco, che era la personificazione della parola “povertà” ridetta, attraverso un carisma dello Spirito, al mondo, provocò in lei qualcosa di nuovo: fece sviluppare e crescere Cristo nella sua anima, fino a farla una delle più grandi sante della Chiesa cattolica. Così, quando qualcuno s’imbatte nel carisma dell’unità e acconsente a farlo suo, avviene pure in lui qualcosa di simile a quanto è successo in Maria e in certi santi: Cristo, nel suo cuore, può veramente crescere spiritualmente, come per una attualizzazione del battesimo. Il secondo episodio della vita di Maria è la sua visita a Elisabetta per aiutarla. Ma, appena arrivata sul posto, avendo trovato nella parente un’anima aperta ai misteri di Dio, ha sentito di poterle comunicare il suo grande segreto, e lo ha fatto col Magnificat, narrando, in questo modo, a Elisabetta la sua straordinaria esperienza. Tutti coloro che conoscono il movimento e scelgono Dio come l’ideale della propria vita, avvertono che, per tradurre in pratica questa scelta, debbono incominciare ad amare. Ed amano. Ma l’amore è luce. Ed essi comprendono qualcosa dell’azione di Dio presente in loro, colgono, per la prima volta, il filo d’oro del suo amore nella loro vita. E raccontano volentieri ai fratelli quanto hanno capito. È la loro esperienza. Il terzo avvenimento della vita di Maria è la nascita di Gesù. Nel movimento si ama e si è amati perché tutti vogliono amare. Ma questo vicendevole amore frutta la presenza di Gesù tra gli uomini, ed è – come ho già accennato – un “generare Cristo” a imitazione di Maria. Maria presenta il Figlio al Tempio e incontra il vecchio Simeone. È un momento di gioia per lei, perché quell’uomo giusto e pio conferma che il bambino è Figlio di Dio.Ma è pure un dolore perché Simeone le dice: “E anche a te una spada trafiggerà l’anima”. Anche chi vuol vivere la spiritualità del movimento passa un momento simile. È quando viene a sapere che, per poter camminare per questa strada, è necessario un “sì” alla croce. È l’annuncio del mistero di Gesù crocifisso e abbandonato come essenziale alla vita d’unità. Dopo le parole a lei rivolte da Simeone, Maria sperimenta ben presto il patire, nella fuga in Egitto, subendo così quella persecuzione che si macchiò del sangue di tanti innocenti. Proporzioni fatte, è ciò che succede a quanti seguono la Via Mariae. L’ideale che essi vivono e presentano al mondo è in antitesi con esso. Non c’è da meravigliarsi allora che, quando cominciano a diffonderlo, venga attaccato dalle prime critiche. Occorre in quei momenti reagire, amando in queste croci Gesù crocifisso e abbandonato, il perseguitato per eccellenza, sicché il Risorto continui a splendere nel proprio cuore. Gesù, a 12 anni, si ferma a Gerusalemme e parla ai dottori nel Tempio. Maria, ritrovatolo, gli dice: “Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre ed io, angosciati, ti cercavamo”. E Gesù risponde: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”.

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