La riconcilliazione in vista della fraternità

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Innanzitutto ho avvertito l’invito di Dio: pregate con i vostri ospiti d’Israele, Inghilterra, Danimarca e Finlandia al monumento commemorativo nell’ex-campo di concentramento. La mattina presto del 20 aprile 1989 – era il centenario della nascita di Hitler – ci siamo recati al monumento commemorativo sul fiume Lech, presso Kaufering, vicino ad Augsburg.Arrivati assieme ai nostri ospiti e ai responsabili ecclesiastici, nessuno riuscì ad aprir bocca. Avvertivamo forte il grave peso della storia del nostro popolo tedesco e, prima di poter pregare, dovevamo prenderne coscienza. Le parole del salmo 130 ci hanno dato una mano: Dal profondo a te grido, o Signore. Dopo una lunga lotta interiore, per la prima volta sono riuscito ad accettare la colpevolezza del nostro popolo, e ho chiesto perdono a Dio. I responsabili e gli anziani della nostra chiesa hanno seguito il mio esempio. I due uomini d’Israele che avevano perduto molti parenti nell’Olocausto ci vennero incontro e ci guardarono negli occhi; alla fine ci abbracciarono e dissero: Io ti perdono. Tutti noi piangevamo. Mai come in quel momento ho sentito con tale intensità la forza liberatrice del perdono. Era solo un sentimento provato allora? Era possibile comunicare quest’esperienza così preziosa ad altri? Con prudenza ne ho parlato dapprima con alcuni dei miei amici più cari, e poi con altre persone. Sono rimasto meravigliato dalla loro reazione: molti erano profondamente commossi e mi hanno chiesto: Cosa possiamo fare ora?. Si avvicinava il 1995, il 50° anniversario della fine della guerra. L’anno 50, nei termini biblici, era l’anno del perdono, dove vecchie colpe venivano condonate. Non doveva forse anche per noi quell’anno diventare una occasione per visitare con più delegazioni possibili quei posti dell’Europa, nei quali era avvenuta così tanta ingiustizia? Tutti eravamo d’accordo. Avviammo così l’azione Vie di riconciliazione, e organizzammo circa 30 viaggi in 23 paesi: dalla Francia alla Polonia, all’Ucraina e alla Russia; dalla Grecia e dall’Italia fino alla Danimarca, Olanda, Inghilterra e Norvegia. Altri viaggi hanno raggiunto la Cechia e l’Ungheria. Amici rinomati come Albrecht Fürst zu Castell, il vescovo Eisenbach e il dott. Karl-Heinz Michel della Jesusbruderschaft di Gnadenthal hanno sostenuto con grande impegno questa azione. La Jesusbruderschaft ha elaborato una liturgia di riconciliazione tutta particolare. Essa conteneva, oltre al riconoscimento della nostra colpa e all’accusa del grande dolore procurato a molti, anche la preghiera di richiesta di perdono.Vi si diceva: Non possiamo chiedere perdono ai morti. I vivi non possono rispondere a nome loro, ma solo per sé stessi e per le loro famiglie. La nostra preghiera si rivolge quindi prima di tutto a Dio, re dei vivi e dei morti, a colui che solo può perdonare. Con una solenne cerimonia nel duomo di Erfurt, il 3 ottobre del 1994 è stata inviata la prima delegazione in Polonia. Essa si recò a Cracovia, Auschwitz e Varsavia. Ciò che speravamo si è realizzato: anche lì abbiamo fatto esperienze profonde di riconciliazione. Un incontro particolarmente profondo fu quello sperimentato dalla delegazione a Wolgograd, prima chiamata Stalingrado. Lì si sono allacciati rapporti duraturi di amicizia. L’anno scorso, a Berlino, una delegazione russa ci ha chiesto perdono per le atrocità inflitte ai tedeschi. Dappertutto, nei nostri viaggi di riconciliazione, la nostra richiesta di perdono è stata accolta con grande commozione, molte volte con gratitudine, e talvolta abbiamo ricevuto risposte concrete in merito. Dove non abbiamo potuto comunicare a parole, hanno parlato i segni concreti che avevamo portato con noi: pane, vino e sale. Essi sono stati visti e accettati come un segno di riconciliazione, di amicizia e di pace. Le Vie di riconciliazione sono fra le prime di altre iniziative di riconciliazione. Esse hanno costruito altri ponti perché i popoli dell’Europa possano incontrarsi. Abbiamo capito che la Parola di Dio vale anche oggi per noi: Se il mio popolo, sul quale è stato invocato il mio nome, si umilierà, pregherà e ricercherà il mio volto, perdonerò il suo peccato e risanerò il suo paese (2Cr 7, 14)

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