La Posta di Città Nuova

Notte della cultura europea

 

«Notte della cultura europea è il titolo di un libro del prof. Giuseppe M. Zanghì (Città Nuova) che lessi oltre due anni fa e che conteneva alcuni spunti che si inseriscono in un filone culturale sul quale Benedetto XVI batte molto: la negazione delle radici cristiane a causa del relativismo e multiculturalismo europeo. Su questi temi il filosofo e senatore Marcello Pera ha pubblicato lo scorso anno il volume Perché dobbiamo dirci cristiani, introdotto da una lettera di apprezzamento dello stesso papa».

Massimo De Carli – Roma  

 

Al di là delle valutazioni contrastanti sull’opera di Marcello Pera, il suo suggerimento ci sembra giusto. Nell’epoca degli “ismi” che impazzano nella nostra vecchia, vecchissima Europa – relativismo, edonismo, materialismo, consumismo… – c’è bisogno della profondità sempre nuova portata dal cristianesimo, che ha fondato la stessa Europa – in cooperazione con altri filoni culturali –, e che potrebbe ora darle un nuovo slancio. Novità che emergerà, comunque, nella misura in cui i cristiani saranno veramente tali.

 

L’enigma Berlusconi

 

«Berlusconi ha un grande merito. Quello di averci liberato dai partiti ideologici che pretendevano di fornire un senso globale alla vita, collegandosi alle ideologie del passato. E quello di averci regalato la prima formazione politica anglosassone della storia italiana, basata sul leader e sul programma. Il popolo gli ha conferito uno spettro di consensi che neanche De Gasperi ha avuto nel suo settennato. Con tale mandato egli potrebbe rovesciare l’Italia come un guanto.

«Ma, purtroppo – lo stiamo vedendo – non è così. Perché gran parte delle sue energie sono spese nella difesa di sé stesso. Perché la vita privata danneggia l’immagine del personaggio. Perché ha della società una visione capitalistica. Perché, infine, sta scuotendo la stabilità delle istituzioni aggredendo anche chi, come Napolitano, svolge il suo ruolo presidenziale con imparzialità.  

«Berlusconi è un capo carismatico. Come tale, divide la gente passionalmente. Ma non dimentichiamo che ha saputo rappresentare quella moltitudine piccolo borghese che è stata protagonista di altre svolte storiche come il fascismo. Di quell’italiano medio che, al dire di Gioberti, è moderato in politica, cattolico in religione, regionalista nella concezione del territorio».

Luciano Verdone – Teramo

 

Fede vs scienza?

 

«Contrariamente a quanto si pensa, molti scienziati sono credenti e ritengono che ogni scoperta scientifica sia un passo in avanti nella spiegazione di come Qualcuno ha pensato che andasse regolato il mondo. Il mese scorso è stato nominato membro della Pontificia accademia delle scienze il genetista statunitense Francis Collins, già direttore del National Human Genome Research Institute, più noto come “Progetto genoma”. Sotto la sua direzione, si è giunti alla mappatura dell’intero patrimonio genetico dell’uomo. Una volta ateo convinto, dopo aver studiato la meravigliosa complessità del genoma umano, Collins ha cambiato idea e ha dichiarato: “La scienza non ha come suo scopo diretto quello di dimostrare l’esistenza di Dio, ma può essere un primo gradino per arrivare poi, con un ragionamento filosofico, a Dio”».

Alessio Nolan

 

Le incoerenze dei politici

 

«Con una certa frequenza alcuni organi di stampa evidenziano l’incoerenza nella vita privata di alcuni politici del centrodestra rispetto alla morale cristiana; ma per obiettività dovremmo dire che anche nel centrosinistra non mancano i politici che disattendono i valori che proclamano. Purtroppo i grandi partiti ci hanno tolto la possibilità di eleggere direttamente le persone che riteniamo migliori e a questo punto non ci resta che scegliere il partito in cui, almeno nel programma, si ritrovino i valori nei quali crediamo».

Loris Bianchi

 

Giusto appello per un ritorno alle preferenze, con una nuova legge elettorale che potrebbe effettivamente tirarci fuori dalle secche di dirigenze di partiti che decidono tutto. Per quanto riguarda la scelta dello schieramento, la coscienza di ogni persona è libera di fare le scelte che preferisce. Certo, nel valutare i programmi bisogna tener conto della corrispondenza o meno all’insieme dei valori che il cristianesimo dichiara importanti, o addirittura imprescindibili. Anche in questo caso si tratta di scegliere, come accade il più delle volte, per approssimazione.

 

Chi serve regna

 

«Vi ringrazio infinitamente perché con voi sono cresciuta, ho scoperto cos’è la felicità e come si può raggiungerla anche in questo mondo. È così a portata di mano per me, ma anche per tutte le persone di buona volontà. La trovo quotidianamente nel servizio reso gratuitamente alla mia famiglia perché “chi serve regna”; la trovo nel non lamentarsi sempre perché “chi si lamenta è perduto”; la trovo nel lasciare la porta sempre aperta e nel cercare di amare sempre perché “chi ama il fratello è nella luce”. A volte, frugando nei cassetti o in mezzo ai libri, ritrovo le striscioline del nostro giornale che avevo conservato, e rileggerle mi dà nuova carica. Questa sono io, e se sono così, lo devo anche a voi».

Rita Barbanera – Perugia

 

Questa deve essere “Città Nuova”

 

«Il nostro giornale deve arrivare a instaurare un “rapporto culturale” con il lettore, per avere poi l’opportunità di approfondire l’ideale dell’unità di Chiara Lubich in tutte le realtà che abbiamo intorno. Per far questo, il giornale non può limitarsi a trattare un argomento – seppure interessante ed attuale –, ma si deve porre l’obiettivo di come stimolare il lettore a un rapporto con la redazione. E questo può avvenire, a mio avviso, solo se l’articolo è portatore di una esperienza di vita.

«In questo caso – sia esso di fredda economia o di litigiosa politica – il lettore può trovare qualche cosa che lo coinvolge e può identificarsi».

Liborio Rabita – La Spezia

 

Sottoscriviamo al cento per cento.

 

Un altro bel libro di Schmitt

 

«Ho letto con molto piacere sul n. 3/2009 la recensione di Michele Genisio al libro Oscar e la dama in rosa di Eric-Emmanuel Schmitt, che con garbo e molto buon gusto rende piena giustizia a un’opera deliziosa e commovente nella sua apparente semplicità. Ho avuto modo di apprezzare questo autore francese. Intendo perciò segnalarvi un altro testo di Schmitt, Il bambino di Noè, che tratta con coraggio ed sensibilità un tema drammatico come quello della persecuzione degli ebrei».

Fabrizia Fagnoni – Pistoia

 

200 miliardi inesistenti

 

«Apprendo che la commissione parlamentare di Vigilanza sull’anagrafe tributaria ipotizza che siano 200 i miliardi di euro sottratti all’erario. In sostanza un euro su sei di ricchezza prodotta in Italia è in nero. Credo che basterebbero quattro o cinque giovani esperti informatici per risolvere parecchi problemi a qualsiasi governo».

Umberto Parisi – Reggio Calabria

 

Ritengo che il problema di fondo non sia informatico. Si tratta piuttosto di capire quale sia, nell’interesse del Paese, la politica migliore per far rientrare i polli nel pollaio quando sono scappati. È un’arte consumata che esige di non fare chiasso. Naturalmente, una volta rientrati i polli, si debbono rammendare bene tutte le smagliature della rete; ma, al punto in cui siamo, è prioritario convincere gli evasori a rientrare nella legalità riportando entro breve tempo i capitali in Italia. Ma non solo e non tanto con condoni e “scudi” veri o di fatto.

 

Guida e riferimento

 

«La lettura di Citta Nuova del 25 dicembre mi ha dato molta gioia perché mi ha ricordato i tempi in cui la rivista era per me guida e riferimento. Mi congratulo con voi per essere riusciti a vincere la tentazione del tifoso. Rinnovandovi gli auguri per un felice e proficuo anno nuovo vi saluto cordialmente». 

Matteo Starace

 

Ancora sul canone Rai

 

«Sono un pensionato di 67 anni, vivo da solo, e da molti anni non ho la televisione e non pago il canone. Ricordo che a suo tempo inviai una raccomandata alla Rai, a Torino e per tutti questi anni non ho avuto problemi. Da alcuni mesi la Rai si è fatta viva e vuole che riempia un modulo, atto notarile sostitutivo, con numeri di leggi che non conosco, e richiesta di una fotocopia di documento. Tutto ciò mi mette paura e mi indurrebbe quasi a pagare il canone, ma poi dico: “Perché devo pagare il canone Rai se non ho la televisione?”. Da un po’ di tempo ho una radio sveglia con cui ascolto i telegiornali. Cosa devo fare per essere in regola?».

Lettera firmata

 

Risponde Antonio Ognibeni. La Rai non può richiedere il canone. Non esiste legge che autorizza tale richiesta e pertanto il lettore non deve fare alcunché. Per una eventuale ispezione e l’accesso all’abitazione, occorre il mandato del giudice.

 

Incontriamoci a "Città Nuova", la nostra città

 

La coperta

 

A breve mia figlia Marta compirà 18 anni e con lei tanti suoi amici. È l’anno delle feste importanti e dei regali speciali. A Marta la fantasia non scarseggia e le idee per confezionare dei regali fuori dal comune non mancano. Per la sua compagna di banco, nonché amica del cuore, aveva ideato una “coperta patchwork”, dove i ritagli di stoffa consistevano, tra gli altri, in foto dell’interessata stampate su stoffa e cuciti accanto agli altri. Fu così che circa due mesi fa mi esternò questa sua idea scongiurandomi di darle una mano. Una sera, mentre lei studiava, io cucivo. A un certo punto avevo azzardato un abbinamento senza prima farglielo vedere. A lavoro eseguito, Marta ha espresso il suo disappunto: quelle stoffe, così disposte, forse potevano piacere a lei, ma alla compagna proprio no: «Lei è un tipo quadrato, preciso, non le piacciono le cose non allineate». «Ma insomma – mi veniva da dire –, dove si esprime la nostra creatività? In fondo il regalo lo stiamo confezionando noi e lei deve fare solo la “fatica” di accettarlo così com’è».

Avevo ripreso a lavorare mal volentieri: tuttavia disfai tutto e rifeci ascoltando il suggerimento di Marta. In fondo, stavamo sì o no facendo un atto d’amore? La mattina dopo mi capitò di riprendere in mano un vecchio Città Nuova, accorgendomi di aver lasciato incompiuta la lettura di un articolo. Si trattava di una testimonianza di tal Ada Schweitzer, detta Vitt, una compagna fra le prime a vivere con Chiara Lubich nel suo focolare. Ad un certo punto lei rievoca un episodio, lei protagonista, che frutterà a Chiara la stesura di una splendida meditazione: «C’è chi fa le cose “per amore”, c’è chi fa le cose cercando di “essere l’Amore”».

Fu una folgorazione: ecco come dovevo fare la coperta, non cercando di fare un atto d’amore, ma cercando di «essere l’Amore»! Fu così che le successive mezz’ore di lavoro furono all’insegna di questa nuova disposizione d’animo. Risultato? Ieri sera la nostra coperta è stata ultimata: è divenuta un gioiellino, un piccolo capolavoro, tanto che, quasi quasi, ce la teniamo.

Biancarosa Chiarandini Battaini – Udine

 

rete@cittanuova.it

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