In scena

Le novità dei prossimi giorni: dal mito di Edipo rielaborato ne La cerimonia ad un Balzac declinato al femminile. Fino ai 150 anni di Rossini celebrati in danza e molto altro ancora.

 

Dal mito di Edipo alla cronaca

Primo spettacolo di una trilogia che indaga le sedimentazioni del mito, nello specifico quello greco, nella nostra società contemporanea. In particolare il testo di Oscar De Summa parte dal mito di Edipo, dalla sua storia che rivela e risolve alcuni tra i tabù più forti della cultura contemporanea, come il ruolo fondamentale che ancora ha il rito di passaggio dall’infanzia all’età adulta, alla comunità. L’autore lavora sulle relazioni padre-madre-figlio-società, intervistando ragazzi e ragazze, approfondendo e indagando il disagio adolescenziale che spesso si riversa in atti di violenza, pornografia e atteggiamenti anaffettivi. Da questa “noia”, da questo “niente” hanno origine tutte le tragedie: La cerimonia racconta il mito per capire la cronaca.

“La cerimonia”, di e regia Oscar De Summa, con Oscar De Summa, Vanessa Korn,
Marco Manfredi, Marina Occhionero, scene e costumi Lorenzo Banci, luci Roberto Innocenti. Produzione Teatro Metastasio di Prato
. A Prato, Fabbricone, dal 26/3 al 9/4.

 

Un Balzac tutto al femminile

Tre donne danno vita al testo drammaturgico che Stefano Massini ha liberamente tratto da Memorie di due giovani spose di Balzac (1842), unico romanzo epistolare dell’autore della “Commedia umana”. Femminile il colore del racconto che Balzac diluisce eccezionalmente, per le sue consuetudini, in un flusso di lettere. Louise e Renée sono due donne legate da un’amicizia che attraversa gli anni e con il passare del tempo segna la distanza tra due antitetiche maniere di confrontare la propria identità con l’ambiente e i suoi condizionamenti.

“Louise e Renée”, di Honoré de Balzac, drammaturgia Stefano Massini, regia Sonia Bergamasco, con Federica Fracassi, Isabella Ragonese, scene Marco Rossi, costumi Gianluca Sbicca, luci Cesare Accetta, cura del movimento Alessio Maria Romano. Produzione Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa. A Milano, Teatro Grassi, dal 21/3 al 30/4.

 

Aspettando Godot

«Aspettare Godot come aspettare il domani. Un domani che “ogni oggi” sarà domani – scrive il regista Filippo Gili –». Nella trappola psichica di un futuro talmente vicino, domani, da sembrar prendibile. Ma che nessuno ha davvero voglia di veder comparire. Perché se li mettessimo sotto ipnosi, Didi e Gogo esprimerebbero la paura di vederselo inverato, questo domani, questo agire, questo futuro dietro un angolo costante e tondo, continuo, prossimo ma non afferrabile. Questo testo, come nessun’altra opera, rappresenta lo “statuto opaco” della contemporaneità. Nella messinscena a pianta centrale Giorgio Colangeli e Francesco Montanari sono Vladimiro e Estragone, con a fianco, Riccardo De Filippis e Giancarlo Nicoletti che prestano voce e corpo a Pozzo e Lucky.

“Aspettando Godot”, di Samuel Beckett, traduzione di Carlo Fruttero, regia Filippo Gili, con Giorgio Colangeli, Francesco Montanari, Riccardo De Filippis, Giancarlo Nicoletti, e con Pietro Marone. Produzione Altra Scena Art Management e Viola Produzioni per gentile concessione di Editions de Minuit. A Roma, Spazio Diamante,Via Prenestina, 230B, dal 24/3 al 2/4.

 

Destinatario sconosciuto

Il romanzo di Kressman-Taylor, scritto nel 1938 in forma di racconto epistolare, esalta il sottile gioco psicologico che spinge ad un punto di non ritorno l’amicizia tra due uomini, amici e soci in affari, smascherandone alla luce della storia, ipocrisie e meschinità. Max è ebreo, Martin è un gentile. Vivono negli Stati Uniti. Nel 1932, Martin ritorna in patria e partecipa alla ricostruzione della Germania. In principio dubbioso, finisce con il subire il fascino della propaganda nazista. Max, invece, resta in America, lontano dagli eventi, esule. Il loro carteggio rivela il senso profondo dei cambiamenti che di lì a poco sconvolgeranno l’Europa intera.

“Destinatario sconosciuto”, di Katherine Kressmann-Taylor, adattamento e regia di Rosario Tedesco, con Nicola Bortolotti e Rosario Tedesco e con la partecipazione del Coro Giovanile “Bassi & Co.” diretto da Michele Napolitano. Con il sostegno del Goethe-Zentrum Bologna in collaborazione con il Museo Ebraico di Bologna. presso Goethe-Zentrum Bologna, via de’ Marchi 4, il 26/4.

 

Quell’ irrefrenabile voglia di potere

Torna in scena, a distanza di 25 anni la commedia cult, oggi ancora attualissima, scritta da un pungente Francesco Apolloni, che ha per tema il crollo della vecchia classe politica e la nascita della nuova. Primissimi anni ‘90. In un albergo di lusso, di un paese della provincia italiana, quattro giovani ‘yuppies’ della politica, si riuniscono in occasione del congresso del loro partito (quale, non ha davvero importanza) per l’elezione del nuovo segretario giovanile. A movimentare ulteriormente la notte che precede l’elezione al quartetto si uniscono una cameriera e un amico d’infanzia. Denominatore comune dei sei giovani la smania di potere che non sembra essere per loro niente di più o di diverso dello status symbol del telefonino o del tabellone del “Risiko”, dove si conquista il mondo tirando ai dadi.

“Risiko – Quell’ irrefrenabile voglia di potere”, di Francesco Apolloni, regia Vanessa Gasbarri, con Andrea Bizzarri, Tommaso Cardarelli, Guenda Goria, Antonio Monsellato, Luigi Pisani, Giulia Rupi. Produzione Pragma. A Roma, Teatro della Cometa, dal 22/3 al 9/4.

 

Rossini in danza

Lo spettacolo celebra la figura artistica e umana di Gioacchino Rossini di cui, nel 2018, ricorreranno i 150 anni dalla morte. «In questo spettacolo – dichiara il coreografo Mauro Astolfi – ho immaginato una grande parete, la parete dei ricordi di Rossini, dove nascondeva, dove archiviava il suo cibo, i suoi vini, la casa dove ospitare i suoi grandi amici e compositori, ma anche la gente comune con la quale amava scherzare, giocare e condividere tutti gli aspetti della sua vita…. questa “parete” è stata  immaginata come una proiezione della sua mente, piena di sportelli, di ripiani, di nascondigli, una parete che separava un mondo dall’altro».

“Rossini ouverture”, coreografia e regia  Mauro Astolfi, Spellbound Contemporary Ballet, disegno luci  Marco Policastro, scene  Filippo Mancini, costumi  Verdiana Angelucci, a Roma, Teatro Vascello, dal 23 al 26/3.

 

Parsons Dance Company

Nata dal genio creativo dell’eclettico coreografo David Parsons e del light designer Howell Binkley, è tra le poche compagnie che, oltre ad essersi affermate sulla scena internazionale con successo sempre rinnovato, hanno lasciato un segno nell’immaginario teatrale collettivo e a creare coreografie divenute veri e propri “cult” della danza mondiale. Parsons Dance incarna alla perfezione la forza dirompente di una danza carica di energia e positività, acrobatica e comunicativa al tempo stesso. È ormai un caposaldo della danza post-moderna made in Usa, che mixa tecniche e stili diversi per ottenere effetti teatrali, creativi e divertenti. Una danza elegante, ariosa e virtuosistica, accessibile a tutti. Nel programma non mancherà il celebre Caught e altri classici del repertorio come Union, Hand Dance e In The End.

Parsons Dance. A Perugia, Teatro Morlacchi, il 23/3; Bologna, Teatro delle Celebrazioni, il 24 e 25; Torino, Teatro Colosseo, il 26; Cesena, Teatro Bonci, il 28; Roma, Teatro Brancaccio, dal 29/3 al 2/

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