In cerca di orientamento

Gli organizzatori si dimostrano ottimisti: 6.638 espositori (4 percento più dell’anno scorso) di 102 paesi hanno presentato i 335 mila titoli alla 55esima Fiera del libro di Francoforte, la più grande e più importante esposizione di libri nel mondo. Ancora più evidente la crescita del numero di visitatori: oltre 280 mila persone (circa 8 per cento più del 2002) sono venute alla Fiera. Sono cifre che al primo colpo d’occhio possono infatti sembrare dei segni positivi. Chi guarda più a fondo, invece, non può condividere del tutto questo ottimismo. L’anno scorso – sotto l’influsso del primo anniversario dell’11 settembre e della paura di una guerra imminente in Iraq – la Fiera aveva subito un calo enorme che non è stato pienamente ricuperato. Lo si nota anche senza conoscere i dati statistici: in genere gli stand sono più piccoli, più modesti degli anni passati, i corridoi più larghi per nascondere la ridotta partecipazione. Tante case editrici collaborano con altre per presentarsi insieme e ridurre così i costi. Senz’altro c’è una forte motivazione economica alla base di questi fenomeni. Tutto il settore editoriale soffre in modo sproporzionato della non ancora superata crisi mondiale. Si vuole che le nuove tecnologie – soprattutto Internet – abbiano qualche influsso negativo sulla parola stampata, anche se questo argomento è difficile da verificare. Sicuramente la crisi del libro rispecchia anche la situazione generale delle nostre società occidentali. Non si individuano argomenti che potrebbero indicare la direzione nella quale si sta muovendo il discorso culturale. Questa osservazione vale sia per il libro di argomento laico che per quello religioso. Ci troviamo – così almeno sembra indicare la Fiera di quest’anno – in una fase di disorientamento generale, tutti un po’ alla ricerca – ma non troppo, quasi non si volessero avere delle risposte vincolanti, delle indicazioni che potrebbero mettere davanti ad una vera scelta. Il grande successo dei libri dell’autore brasiliano Paulo Coelho è la prova di questo fenomeno: un po’ di misticismo, un po’ di esoterismo, un po’ di psicologia – ecco la ricetta per un bestseller. Il cammino è già una meta, siamo tutti per strada, tutti alla ricerca – e ci troviamo bene così, anzi: preferiamo non arrivare. Si sta forse rinunciando a far del libro uno strumento di cultura per usarlo come momento di spettacolo e di evasione? Certo, pare che non sia aria di scelte coraggiose, compresa la “fatica” di pensare che non è sinonimo di vita “musona” quanto invece di impegno e di gioia. Rimanere fedele ad una chiara linea editoriale di qualità – come fa Città Nuova Editrice con la collana della patristica e le grandi opere – è senz’altro coraggioso. Troppo forte è per tante case editrici, anche cristiane, la tentazione di adattarsi alla corrente di una religiosità senza impegno, senza linea, senza meta. Eppure si potrebbe imparare una lezione dalla situazione attuale. Quello che ci vorrebbe sono dei testimoni: gente autentica, convinta e convincente, persone in grado di offrire amicizia, accompagnamento e – però solo quando viene chiesto – anche qualche suggerimento. Gente che sia in grado non di guidare ma di andare gomito a gomito coll’altro, senza perdere di mira la propria strada. Testimoni, non risposte: ecco il bilancio della Fiera di Francoforte 2003.

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