Il principio dell’incertezza

Ha già più di novant’anni Manoel de Oliveira. Eppure, ecco, un’altra sua opera, l’ultima delle numerose che sta producendo nella sua fertile vecchiaia. Mordace e vera come tutte le precedenti. È tratta dal romanzo Gioiello di famiglia di Agustina Bessa-Luis e parla soprattutto di Camilla, che, ritenuta buona ed equilibrata, contrae un matrimonio economicamente vantaggioso, ma non fortunato. Alla fine, dopo che la giovane sposa ha subìto varie umiliazioni, la situazione cambierà completamente, lasciando tutti sconfitti in un modo o nell’altro. Il film, girato con pianisequenza lunghi e tranquilli, è recitato in modo teatrale ed ambientato in luoghi pieni di fascino portoghese. I dialoghi, complessi e densi, denunciano le convenienze sociali e le finzioni personali, il potere dei pre potenti e i gravi condizionamenti dovuti ad esperienze negative vissute nell’infanzia. Non ci sono convinzioni religiose profonde, ma Camilla ha una sorta di devozione per Giovanna d’Arco, a cui sente di assomigliare. Perché dentro di sé avverte la contrapposizione fra i sentimenti, che la fanno credere una ragazza d’oro, e la volontà di opporsi a quanti le fanno sentire di essere schiava. Il contrasto maggiore è quello con Vanessa, che gestisce traffici loschi, senza provare scrupoli, e pensa solo a se stessa, incapace perfino di concepire la bontà. L’incertezza, a cui accenna il titolo, è motivata dalla complessità dell’animo umano e dall’imprevedibilità dei suoi sviluppi peggiori. Il valore del film, che è quello del cinema di Oliveira, sta nel mostrarli drasticamente in tutta la loro negatività, evitando di edulcorarli in qualche modo. Ma non ricorre a scene drammatiche di forte emotività. Anzi conserva sempre uno stile raffinato ed equilibrato, avvalendosi della buona recitazione delle due attrici protagoniste, che hanno volti sorridenti ma enigmatici, vere barriere alle intenzioni dei loro cuori. Tuttavia la denuncia c’è ed è forte: qualcosa non va in certi modi di vivere degli uomini. Regia di Manoel de Oliveira; con Isabel Ruth, Leonor Baldaque, Ricardo Trepa.

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