Il pianista

Non deve essere stato facile per Roman Polanski girare un film così ricco di riferimenti autobiografici legati alla sua infanzia di ebreo nei ghetti di Polonia al tempo dell’occupazione nazista. Del resto il regista già in passato aveva rifiutato di girare Schindler’s List, segno che certe storie che ti porti dentro possono essere affrontate e raccontate solo quando si è davvero pronti a farlo. E pronto Polanski deve esserlo stato davvero per affrontare un film come Il pianista, che racconta la storia (vera) del pianista Wladislaw Szpilman sopravvissuto tra mille peripezie alla deportazione di massa dal ghetto di Varsavia. Poco dopo l’occupazione nazista della Polonia, infatti, Wladi- slaw è costretto a trasferirsi nel ghetto con la propria famiglia che vede poi deportata verso i campi di concentramento. Rimane insieme a pochi altri sopravvissuti a lavorare nel ghetto, da dove fugge per essere accolto dalla resistenza polacca. Ma, scoperto, è costretto a fuggire di nuovo. Solo, braccato e affamato, proprio mentre i tedeschi si stanno ritirando rischia di essere catturato. Come affrontare una storia così drammatica in un contesto tanto sconvolgente? Polanski sceglie i toni sommessi, rischiando più volte di scadere nel didascalico e rinuncia all’enfasi preferendo alla retorica delle parole l’eloquenza delle immagini. La fattura del film è volutamente ordinaria, la fotografia televisiva, la recitazione sotto le righe, gli eventi, anche i più efferati, sono descritti con lucida e agghiacciante semplicità. Ed è proprio in questo contrasto estremo tra forma e contenuto che il film acquista la propria forza e specificità e l’umiltà e la sensibilità del regista riescono a far emergere il dramma nella sua intera crudezza. Una scelta coraggiosa, osteggiata fortemente da una parte della critica, ma che ha conquistato la giuria dell’ultimo festival di Cannes che gli ha assegnato la Palma d’oro. Il pianista è uno dei film più belli e importanti di Roman Polanski, un inno alla vita e un invito a non dimenticare. Regia di Roman Polanski; con Adrien Brody, Thomas Kretschmann, Emilia Fox, Frank Finlay, Julia Rayner, Anna B. Sheppard, Maureen Lipman.

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