Ha pregato il Padre per i suoi amici

Gesù richiede da noi una completezza di sentimenti umani ispirati dal divino.
Un gruppo di ragazzi

«Per essi io prego; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato perché sono tuoi». Gesù, rivolgendosi al Padre, volle in quel momento pregare per i suoi discepoli, per quelli cioè che lo avevano accolto e avevano accettato la sua parola, divenendo suoi e del Padre. Per questo dice: «Non prego per il mondo».
Alcuni, per questa affermazione di Gesù, hanno interpretato la parola mondo in un senso del tutto negativo: mondo sarebbe tutto ciò che è male, tutto ciò che è lontano da Dio e sotto la potestà del demonio. Ma a voler esaminare più attentamente questa frase non c’è nessuna volontà di condanna, anzi Gesù è venuto a salvare il mondo.
In quel momento, come ritengono i migliori esegeti, Gesù per mondo intendeva tutto l’insieme delle creature umane che egli certamente amava e che avrebbe salvato; ma volle esprimere la sua preghiera speciale per i suoi amici, per i suoi discepoli.
È una sfumatura, questa, tanto importante, poiché ci presenta Cristo non quasi fosse un’astrazione simboleggiata da un individuo che ha davanti a sé unicamente l’universale e il cosmico da salvare; certo Gesù è anche il redentore dell’universo, ma la sua umanità è completa ed è ricca di tutte le sfumature di sentimenti e di affetti come un vero uomo, come un normale uomo.
Tra Gesù e i suoi s’è stabilito un rapporto che non è solo quello del redentore con i redenti, del fondatore della Chiesa con i futuri capi di essa, ma anche quello di un padre con i propri figli, di un maestro con i propri discepoli, di un amico con i propri amici.
È questa perfezione di umanità che rende più comprensibile a noi come dobbiamo vivere il nostro cristianesimo. Gesù richiede da noi una completezza di sentimenti umani ispirati dal divino, affinché sappiamo far apprezzare e comprendere a tutti, anche ai lontani, che egli non distrugge l’uomo, non lo limita, ma lo eleva e lo completa. Per questo dobbiamo ai più vicini un affetto speciale, dobbiamo avere per i nostri una preghiera speciale.
La Chiesa non è un’organizzazione fredda e schematica, ma è la casa dei figli di Dio, è la famiglia ove i legami del sangue sono stati completati e superati dai legami dello Spirito Santo, che ci ha fatti fratelli. Quanto è distante il vero cristianesimo da quelle concezioni negative e fredde che le tradizioni puritane e giansenistiche volevano presentarci!
 
(Sintesi da: Il testamento di Gesù. Spunti di meditazione, Città Nuova, 1966)

I più letti della settimana

Chiara D’Urbano nella APP di CN

La forte fede degli atei

Mediterraneo di fraternità

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons