Grandi domani

Italia 1. Inedito no, di certo. Ma fresco e ben fatto sì. Grandi domani (la domenica in prima serata su Italia 1) è entrato nel cuore dei ragazzini italiani e si candida ad essere tra i programmi cult della stagione per gli under 18. Non brilla per originalità, è vero. È la copia del mitico Fame – Saranno famosi degli anni Settanta e della più recente versione spagnola Paso adelante. In pratica le vicende di un’accademia dello spettacolo dove vanno in scena le aspirazioni, i sogni, gli amori, la fatica e i successi di un manipolo di aspiranti cantanti attori e ballerini alle prese con esami da superare e sfide sul palcoscenico da vincere. Il ritmo è buono, i personaggi sono credibili e ben caratterizzati, fatti apposta per diventare piccoli miti in cui identificarsi e per i quali fare il tifo. Un po’ come in Beverly Hills, Friends e simili. Se però il tutto vi ricorda anche gli Amici della De Filippi, non sbagliate. Ci avete visto giusto. A produrre le 24 puntate della fiction c’è infatti proprio la Fascino, la società di produzione della premiata ditta familiare Costanzo & De Filippi. E qui casca l’asino. Presentando i ragazzi protagonisti della serie, Maurizio Costanzo aveva detto che erano tutte forze sottratte al veliname e fenomeni simili. Insomma una risposta a tutti quei finti miti creati dai reality e dal gossip rosa. Se ne trova puntuale conferma nella serie dove il Grillo parlante, il centro di tutte le vicende, il più carismatico, il più simpatico, il più onesto, è il professor Dante (ben interpretato da Marco Giallini). È lui la voce della coscienza che mette in guardia i ragazzi dal facile successo, dalla gloria effimera di un passaggio televisivo, dalla finzione della celebrità a buon mercato. Benissimo, ben detto, ben fatto. Ma il dubbio resta. Ci deve essere un caso di omonimia. Costanzo è lo stesso che ospita la domenica la schiera dei neo-vip sfornati da tutte le edizioni di Grande fratello, quello che ha creato Costantino e Daniele, quello che amplifica il successo dei reduci dall’Isola di Raidue e degli Amici della sua consorte? C’è qualcosa che non torna. Devono esserci due Costanzo in giro. RIS-DELITTI IMPERFETTI Canale 5. Non vogliono sentir parlare di Csi all’italiana. Ma non c’è dubbio che in Ris-delitti imperfetti (al mercoledì su Canale 5) c’è molto della serie di culto americana. Dire però che le assomigli e che la ricordi un po’, è già un bel complimento per la fiction diretta dall’inglese Alexis Sweet. Pur potendo contare su mezzi inferiori, le storie basate sulle investigazioni (vere) dei Reparti investigazioni scientifiche dei carabinieri sanno essere avvincenti e ritmate come il proprio illustre modello. Beninteso: non è spettacolo per famiglie da godersi con i bimbi mangiando pop corn. Le vicende narrate sono crude, le indagini hanno a che fare con tracce ematiche, autopsie, esami balistici, analisi di Dna. Eppure la regia padroneggia la fredda materia riscaldandola con scelte spiazzanti, idee geniali, citazioni delle serie tv anni Settanta, improvvisi ralenti, effetti usati ad arte. Insomma, un modo per saperne di più su come operi una delle squadre d’eccellenza dell’Arma, ma anche uno show avvincente che apporta novità al linguaggio della fiction all’italiana.

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