Genova, occupata l’Ilva. Sindacati divisi

L'iniziativa della Fiom Cgil criticata da Uilm e Fim Cisl. Chiedono un passo indietro anche il ministro Calenda e il presidente della Regione Liguria, Toti, per non bloccare il confronto in vista del prossimo incontro con la Am Investco Italy.

Settimana di fuoco, quella iniziata ieri, per il lavoratori Ilva di Genova, decisi ad andare avanti «finché non arriverà la convocazione di un tavolo su Genova con tutti i firmatari, compresi i sindacati. Quel patto non può essere scippato e infilato in un polpettone a Roma. Noi non lo accettiamo», sono le parole dure del segretario della Fiom genovese, Bruno Manganaro.

Si lotta contro il piano industriale presentato dalla cordata Am Investco Italy, formata dal leader mondiale della siderurgia ArcelorMittal e dall’italiana Marcegaglia, che a livello nazionale taglia 4mila posti di lavoro, dei quali 600 a Genova. Un piano che prevede che anche i lavoratori non liquidati debbano passare dal licenziamento e da una riassunzione senza le tutele degli accordi precedenti, con tutte le incognite del jobs act.

La proposta fu considerata irricevibile nell’incontro con la nuova proprietà anche dal ministro Carlo Calenda, che aveva bloccato tutto. Attualmente, secondo i siderurgici genovesi, non c’è la garanzia che non venga toccato l’accordo di programma del 2005, quello su cui continua a reggersi l’intero impianto normativo e organizzativo dello stabilimento. I lavoratori di Genova lottano per il rientro di tutti i 1.498 addetti di Cornigliano, con i lavori di pubblica utilità appena riconfermati a integrare il salario di chi è in cassa integrazione.

Questa posizione però non è condivisa dal ministro Calenda, che accusa la Fiom dell’iniziativa e si dice stupito e sconcertato che la Fiom Cgil promuova, fuori dalle regole, l’interruzione delle attività e proclami il presidio dello stabilimento Ilva di Genova, mentre il confronto fra le parti si è finalmente concretamente avviato. «Proprio mentre si apre il confronto, reparto per reparto, del piano industriale proposto dall’investitore – ha affermato Calenda –  una simile iniziativa rischia di mettere a repentaglio la trattativa per tutta l’Ilva».

Ma la Fiom tira dritto sull’iniziativa,  mentre l’occupazione non è condivisa dalla Uilm, che la considera «una scelta sbagliata, un atto intollerante, che non rappresenta un bel biglietto da visita nei confronti di Mittal e del Governo». Così come Fim Cisl, il cui segretario genovese afferma che quanto sta accadendo rappresenta «la solita pantomima della Fiom per mettersi a posto con la propria coscienza». Chiede grande prudenza da parte di tutti il presidente della Regione Toti che dice: «Mercoledì andremo a ribadire al ministro Calenda che Genova ha un accordo di programma che detta i tempi di sviluppo, che Cornigliano è uno stabilimento produttivo, che Ilva occupa aree pregiate in un porto a grande espansione e che Mittal ha tutto l’interesse a venire qua a investire. Vorremmo anche sindacati che dicano tutti la stessa cosa, ci sono spazi sia per protestare sia per applaudire. Siamo all’inizio della corsa, credo non si debbano trarre conseguenze. Passo dopo passo vedremo il cammino».

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