Fincantieri torna a sperare

L'amministratore di Fincantieri Bono garantisce nuove prospettive per il cantiere navale di Sestri Ponente
La nuova MSC Meraviglia all'interno dei cantieri navali STX di Saint-Nazaire

Era il 2001 quando il Cantiere navale di Sestri Ponente si specializzò nella costruzione di navi da crociera, con una grossa commessa da parte della Costa Crociere.

Allora si sognava in grande, si vedevano progetti di sviluppo e di occupazione, si pensava al lavoro da assicurare a tantissime persone, soprattutto giovani. Ma appena 10 anni dopo Fincantieri presentava il nuovo piano industriale che prevedeva la chiusura definitiva dello storico cantiere, nato agli inizi del 1800.

Nel mese di  maggio 2012 venne consegnata, con quasi due mesi di ritardo l’ultima nave da crociera, poi il cantiere entra nel vivo della crisi con le maestranze e la città che continuano la lotta contro la chiusura. Due anni dopo, nel mese di luglio 2014, finalmente il taglio della prima lamiera della nuova nave, la Seven Seas Explorer della compagnia croceristica Regent Seven Seas Cruises, un anno dopo è la volta di una nuova nave da crociera extra-lusso, la Silver Muse che, una volta terminata, sarà la nuova ammiraglia della Silversea Cruises. Rimasto all’asciutto di ordini per due anni, il Cantiere, ora è ripartito, prima lentamente, poi sempre più intenso, tanto che adesso ci sono ordini per i prossimi 8-9 anni, e speranza di lavoro anche per le aziende dell’indotto.

La consegna della “Silver Muse”, nave extralusso da 40 mila tonnellate per la Silversea è stata una grande festa  nella vita della città, ma che si riempie di ulteriori significati per ciò che rappresenta nel cammino industriale di Genova. Ma in prospettiva Genova guarda e spera nell’alleanza con i francesi in Stx France, che il premier Hollande ha stoppato, ma che può ripartire con un nuovo assetto azionario. «Abbiamo affrontato una crisi complessa, vissuto un periodo difficile, sofferto, ma siamo riusciti a indicare la strada da seguire — dicono i dirigenti di Fincantieri  — oggi siamo i primi al mondo, con un portafoglio ordini che è quasi inspiegabile». Poi un avvertimento: «L’innovazione tecnologica creerà molti disoccupati e se non interveniamo andremo incontro a un disfacimento sociale. La tecnologia è fondamentale, ma va governata».

L’amministratore di Fincantieri, Bono, è cosciente che Fincantieri può e deve crescere ancora. A 8 anni dalla firma dell’accordo di programma, datato 2009, si può avviare la gara per il ribaltamento a mare del cantiere. «Ci siamo appena visti, il progetto conferma in pieno il suo valore e prima si fa e meglio è — spiega Bono —. Ma da solo non basta. Dobbiamo anche pensare a intervenire sui binari che tagliano in due il cantiere. E dobbiamo fare tutto questo mentre il cantiere lavora. Non sarà semplice, ma può dare ulteriori prospettive di sviluppo e garantire a Sestri la possibilità di costruire navi da 130-140mila tonnellate». Dalla Silversea fanno sapere che  hanno in progetto la costruzione di  altre tre navi con Fincantieri e poi “abbiamo in mente altre idee”.

Genova riprende a sperare e nuovamente a credere che ancora una volta il suo cantiere che nel 1933, entrato  a far parte dell’Istituto per la Ricostruzione Industriale (IRI) che lo rilanciò, tanto che alla vigilia della seconda guerra mondiale arriva a contare circa 36 mila dipendenti. E che a  partire dagli anni ’50 vide la costruzione dei transatlantici Andrea Doria, Cristoforo Colombo, Leonardo da Vinci e Michelangelo, anche ora può ancora garantire occupazione e speranza per tanti: «Ci abbiamo sempre creduto — dice —. Forse avevamo ragione». È il commento di Giulio Troccoli, storico delegato Fiom, da sempre impegnato nella difesa e nel rilancio dello stabilimento.

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