Dziwisz: le Gmg servono a cercare la pace

Incontro con l'arcivescovo di Cracovia, che accoglie le giornate di luglio. L'intuizione di Giovanni Paolo II continua con schemi simili ma sempre rinnovata. I giovani d'oggi più maturi, e con qualche timore in più  
Stanislaw Dziwisz © Michele Zanzucchi 2016.jpg

Lo abbiamo visto per 27 lunghi anni dietro la figura imponente di Giovanni Paolo II. Era il suo segretario, l'uomo che lavorando nell'ombra aveva reso possibile il grande affresco ecclesiale di Wojtyła. Oggi  Stanisław Dziwisz, alla vigilia della pensione, è arcivescovo di Cracovia, la città sua (anche se in realtà dalla vicina stazione di Zakopane) e del papa polacco (che però veniva dalla cittadina di Wadowice). Lo incontriamo nel palazzo arcivescovile, quello dove dimorò anche Wojtyła, così come vi alloggiò papa Ratzinger e dove alloggerà papa Bergoglio in visita nella città per le prossime Gmg di luglio.

Nostalgia dell'Italia, eminenza?
«Difficile rispondere, sono rimasto per 27 anni in Vaticano al servizio della Chiesa, e al termine sono tornato nella mia città, da unidici anni ormai. Cracovia è una città di cultura e fede, ha 220 mila studenti universitari. Oggi questa città ricca di storia si prepara con attenzione ad accogliere i giovani delle Gmg provenienti da 184 Paesi, e a ricevere l'amato papa, che vuole vedere e ascoltare».

Cosa le suscita la coincidenza tra le Gmg e il Giubileo della misericordia?
«Quando fu deciso di tenere le Gmg a Cracovia non si sapeva ancora nulla del giubileo straordinario. Già Benedetto XVI aveva proposto di tenere a Cracovia l'incontro dei giovani, per ricordare il 25° anniversario delle Gmg di Czestochowa. I giovani di oggi non hanno conosciuto personalmente Giovanni Paolo II ma per loro è rimasto il loro amico, l'amico dei giovani.  25 anni fa l'incontro era stato molto importante perché per la prima volta Est e Ovest si sono incontrati. C'erano giovani anche dall'Ucraina e dalla Bielorussia. Ai giovani piacciono queste giornate di amicizia e preghiera, in questo momento molto importanti, perché bisogna ricreare un'atmosfera di pace e collaborazione in Europa. La misericordia? È stata una grande sorpresa il giubileo, una grande iniziativa. Ed è significativo che le Gmg si tengano proprio a Cracovia, considerata la capitale della divina misericordia per via di suor Faustina Kowalska. Gesù le ha detto che il mondo non avrà pace se non si rvolgerà proprio alla sua divina misericordia, che non è solo devozione ma anche cura dei poveri».

Come coniugare la misericordia nell'epoca dei nuovi muri costruiti per bloccare i migranti?
«I giovani sono sempre aperti., non hanno paura dell'altro, del diverso. Tuttavia, sentendo i vescovi delle zone da cui proviene la massa di migranti, appare chiaro come la soluzione non sia quella di far venire i migranti qui in Europa ma di permettere che rimangano nei loro Paesi. Come cristiani dobbiamo sempre essere aperti, con prudenza e responsabilità».

I musulmani sono gente pericolosa?
«Serve saggezza. Non si può certo dire che tutti i musulmani siano gente pericolosa. Giovanni Paolo II e Francesco cercavano l'apertura e il dialogo, soprattutto in campo culturale. Ricordo con emozione l'incontro di Wojtyła coi giovani musulmani a Casablanca, parlò loro di Gesù e loro applaudivano. E non erano applausi guidati, erano spontanei. Dobbiamo cercare la pace».

Giovanni Paolo II e i giovani…
«Il papa polacco aveva una straordinaria capacità di cogliere quel che c'era dentro l'anima dei giovani. Oggi i giovani stanno perdendo la speranza, per via della precarietà e della disoccupazione. Giovanni Paolo II ripeteva sempre a loro di non aver paura e di andare avanti. Ma i giovani nello stesso tempo sembrano più maturi, sanno che debbono impegnarsi e prepararsi bene al futuro».

Secondo lei, quali sono state le più belle Gmg?
«Impossibile paragonarle. Tutte molto diverse, pur avendo uno schema molto simile. Ricordo Tor Vergata, ma anche Denver, Parigi, quelle in America Latina. Il papa sapeva sempre trovare le parole adeguate e i comportamenti giusti».

Usciamo dal colloquio e visitiamo la cappella dove il primo novembre 1946 Karol Wojtyła fu ordinato sacerdote. Qui papa Francesco dovrebbe celebrare la messa il venerdì 29 luglio, prima di recarsi ad Auschwitz in visita privata.

 

Per maggiori informazioni, digitare: www. polonia.travel/it


 

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