Divertirsi con Pinocchio

Si è conclusa la prima esecuzione assoluta in italiano del progetto di teatro musicale da camera per grandi e bambini di Lucia Ronchetti ed Ensemble Intercontemporain

Che gioia, sotto la cupola del Planetario a Roma, tra le statue antiche, vederci seduti in cerchio, piccoli e grandi. Siamo venuti per Le avventure di Pinocchio. Una pièce commissionata a Lucia Ronchetti dall’Ensemble strumentale Inercontemporain, che ha base a Parigi ed è specializzato in musica contemporanea. Sono un gruppo di solisti virtuosi – violino contrabbasso violoncello percussioni – che agiscono insieme al soprano en travesti, che interpreta sia Pinocchio che la fatina, mentre gli strumentisti diventano via via il gatto e la volpe, il serpente e il pescecane, Geppetto e Mangiafuoco.

È un’opera musicale “di strada”, semplicissima all’apparenza, proposta da Musica per Roma e Teatro dell’Opera. Il soprano Juliette Allen, travestita da burattino e da fatina, canta danza recita vivacissima tra i personaggi-strumenti a raccontare la favola sempre bella e nuova del burattino. Noi ne siamo partecipi e viviamo un’ora di fiaba deliziosa, condita dalle musiche che vanno da Stravinskij (Histoire du soldat) a Luigi Nono, da Nino Rota a Julius Fucik, ma anche dalle versioni selvagge dei Pink Floyd.

Il percussionista Gilles Durot ha un ruolo speciale di collegamento fra Pinocchio e i musicisti con i bambini del pubblico, i primi spettatori seduti in circolo su cuscini (noi adulti stiamo dietro). Gilles è un trovatore dei nostri giorni, un cantastorie che racconta la vicenda di Pinocchio e la sua salvezza. Perché il burattino di Collodi, si sa, è una favola-metafora, che parla del bambino di legno che poi diventa un ragazzo vero, dall’istinto passa alla coscienza e alla gioia di far bene le cose, di “imparare la vita” con allegria.

Noi del pubblico siamo piacevolmente storditi dalla danza degli strumentisti che “cavano” dagli archi suoni indecifrabili, rumori, grugniti, miagoli, e ci fanno entrare nel divertissement della pièce, un vero girotondo per grandi e piccoli. L’ora passa in fretta – troppo in fretta – e gli applausi scrosciano. L’Ensemble si è divertito lui stesso e ci ha trasmesso quella gioia zuccherina che nasce dal credere alle favole: in ciascuna di esse infatti c’è sempre un pizzico di verità. La musica, o meglio le musiche, sono state seducenti nei ritmi compositi e divertiti: tutto Novecento, ovvio, ed anche l’oggi. Teatro musicale di strada? Forse, meglio, opera buffa contemporanea.

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