Dio non induce in tentazione

Papa Francesco spiega come potrebbe cambiare anche in Italia la preghiera del “Padre Nostro”in un'intervista a TV2000

«Quello che induce in tentazione non è Dio, ma Satana, quello è l’ufficio di Satana». Durante la Settima puntata del programma “Padre nostro”, dialogando con don Marco Pozza, teologo, cappellano del carcere di Padova e conduttore del programma che va in onda su Tv2000 ogni mercoledì sera, Papa Francesco ha spiegato: «Nella preghiera del “Padre nostro”, Dio che ci induce in tentazione non è una buona traduzione. Anche i francesi hanno cambiato il testo con una traduzione che dice “non lasciare che cadiamo nella tentazione”». E spiega: «Sono io a cadere, non è Lui che mi butta nella tentazione per poi vedere come sono caduto. Un padre non fa questo, un padre aiuta ad alzarsi subito».

Nelle nove puntate della trasmissione (con ospiti noti del mondo dello spettacolo e della cultura, introdotti dalle parole in video del Papa), la preghiera che più di ogni altra è segno di distinzione dei cristiani viene sviscerata in tutte le sue espressioni. Il 18 ottobre scorso Papa Francesco aveva affermato: «Diciamo di avere un padre, ma viviamo come persone che non credono né in Dio né nell’uomo, senza fede, anche facendo del male. Viviamo non nell’amore, ma nell’odio, nella competizione, nelle guerre. È santificato nei cristiani che lottano fra loro per il potere? È santificato nella vita di quelli che assoldano un sicario per liberarsi di un nemico? È santificato nella vita di coloro che non si curano dei propri figli? No, lì non è santificato il nome di Dio».

Da cinquant’anni, un’équipe di settanta esperti lavora ad una nuova traduzione francese della Bibbia: dopo oltre mezzo secolo di dibattiti, la Chiesa Cattolica francese è giunta da poco ad un cambiamento nel testo del “Notre Père”, che già era stata già modificata dopo il Concilio Vaticano II, quando i fedeli furono invitati a dare a Dio del Tu e non del Voi. Al posto della formula “Et ne nous soumets pas à la tentation”, la nuova formulazione è diventata “Et ne nous laisse pas entrer en tentation”, non lasciarci entrare (o cadere) nella tentazione. La Conferenza episcopale transalpina, per aiutare i fedeli a memorizzare la nuova versione, ha distribuito in decine di migliaia di copie nelle chiese di tutta la Francia il testo modificato. Il cambio ufficiale è coinciso proprio con l’inizio del nuovo anno liturgico, il 3 dicembre scorso. In realtà, anche in Italia, nella versione della Bibbia della CEI (2008), il passo in questione è già stato tradotto con “e non abbandonarci alla tentazione”. Tuttavia l’edizione del Messale Romano in lingua italiana attualmente in uso non ha ancora recepito questo cambiamento e nelle liturgie correnti è rimasta in uso la vecchia traduzione “non indurci”.

Non è una questione di dettaglio, ma di sostanza. «Ci vuole coraggio – aveva detto il Papa in una precedente puntata – per pregare il “Padre nostro”. Ci vuole coraggio. Dico: mettetevi a dire “papà” e a credere veramente che Dio è il Padre. Credere è anche un grande rischio: e se non fosse vero? Per questo pregare insieme è tanto bello: perché ci aiutiamo l’un l’altro a osare».

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