“E-Day…” alla Rosarella

Educazione attiva al rispetto della natura nel giardino botanico del Parco delle Serre calabresi

 

Un grande cerchio di 150 bambini delle elementari, a stento tenuti a freno dalle loro insegnanti, si va componendo sul prato. Fa loro da sfondo un secondo cerchio: quello di un laghetto cinto da una verdeggiante corona arborea. Siamo nel vivaio “Rosarella”, un lembo del Parco naturale regionale delle Serre, a pochi chilometri dalla celebre Certosa fondata da san Bruno, attorno alla quale crebbe il borgo che da lui prese nome. In questa natura rigogliosa per la trionfante primavera è appena iniziata la “E-Day…” mattinata di svago ed educazione ambientale cui hanno aderito le classi quarta e quinta della locale scuola primaria “Nazzareno Carchidi”. A supportare l’iniziativa è la cooperativa sociale C&C Solutions “Risposta”, in collaborazione con il comune di Serra San Bruno, il Parco delle Serre, il Wwf, i frati minori di Chiaravalle, il Nucleo carabinieri per la tutela della biodiversità di Mongiana e il Dipartimento di Agraria dell’Università mediterranea di Reggio Calabria.

Il cerchio umano ora si rompe; a piccoli gruppi i bambini vanno a raggiungere, alternandosi, i cinque gazebo dislocati in quest’area: presso questi laboratori di educazione attiva verranno loro illustrati temi come legalità e ambiente, acqua terra aria, rapporto tra animali e territorio, ruolo fondamentale del bosco per la tutela dell’ambiente, virtù ecologiche e riciclo (attraverso il gioco della raccolta differenziata). Non manca, realizzato da un videografo serrese, un video che racconta per immagini questo Parco istituito nel 2004, situato tra l’Aspromonte e la Sila e attraversato da due lunghe catene montuose e da corsi d’acqua con cascate spettacolari come quella del Marmarico, nel comune di Bivongi. Un Parco di quasi 18 mila ettari, che offre una grande varietà di ambienti naturali con specie vegetali tipiche della macchia mediterranea e boschi di straordinaria bellezza dove predominano il castagno, il pino laricio, l’ontano, l’abete bianco, il faggio, il leccio, il pioppo e la robinia.

Il chiacchiericcio festoso dei bambini si fa ora silenzio attento nei laboratori, quando non inizia il fuoco di fila delle domande ai vari operatori. Quanto a me, mi metto al seguito di una persona che sembra essere qui di casa. Vengo infatti a scoprire che il professore Maurizio Siviglia, insegnante di matematica e scienze in pensione e appassionato botanico, è il creatore del vivaio nel quale si sta volgendo la “E-Day…”. Notato il mio interesse, mi fa cortesemente da guida attraverso la zona della palude, che lui stesso ha popolato di girini, quella delle piante montane dove spicca il pino nano, nel meleto già ricco di ottanta specie e nei campi coltivati fino alle serre: settori disposti su vari terrazzamenti e irrigati da canalette di acqua limpida che nei dislivelli formano cascatelle scroscianti.

Il prof è un esperto di piante erbacee spontanee (la sua tesi di laurea verte su quelle della zona delle Serre che va dal lago Angitola a Bivongi, dove ha classificato oltre 1000 piante tra cui 200 mai segnalate in Calabria, colmando una lacuna). Con amore mi fa notare, tra le piante autoctone, l’iris acquatica gialla, alcuni ranuncoli, il trifoglio fibrino, l’osmunda regalis, l’euforbia cipressina, l’aglio ursino, la peonia mascula o rosa di montagna, il giglio rosso…  Mentre quasi non si degna di nominare alcune specie piantate dopo la sua gestione e «che – osserva – potremmo trovare presso qualsiasi fioraio».

Certo, qualcosa è cambiato dagli anni in cui era nato il vivaio, significativi cambiamenti sono stati apportati in quello che ora è un giardino botanico. Oggi, grazie alle cure di operai specializzati, vengono messe in campo tecniche di riproduzione e allevamento di piante e piantine non solo autoctone: si tratta di specie provenienti anche da un clima esterno a quello mediterraneo ma che in quello montano del comprensorio delle Serre possono trovare condizioni favorevoli di sviluppo. Piantine utilizzate poi nei cantieri di forestazione gestiti direttamente dall’Ente Parco delle Serre, ma anche – è il caso di oggi – per l’educazione ambientale degli alunni delle scuole.

Intanto nuovi attrattori turistici si profilano a Serra San Bruno. «Tre anni or sono – mi dice soddisfatto il professore – ho ricevuto l’incarico, in contrada Santa Maria, un’area di sei ettari con annessi locali di proprietà della diocesi, di creare un orto botanico, un Museo delle erbe comprendente 240 piante tra officinali e commestibili, un Museo del legno dedicato alle piante arboree del territorio e un Museo del fungo». Non per niente Siviglia è anche presidente del locale Gruppo micologico “Abete bianco”. Inutile dire che cura anche un orto botanico privato, dove vegeta fra l’altro un raro esemplare di abete dei Nebrodi, una specie in via di estinzione.

La visita guidata al giardino botanico è finita ed anche la “E-Day…” volge al termine. Di ritorno dai laboratori eccitati e contenti, i bambini vengono nuovamente riuniti dalle insegnanti presso il laghetto per ascoltare il saluto finale di Cosimo Primerano, presidente della cooperativa sociale promotrice di questo evento. Organizzatori, operatori e insegnanti, soddisfatti, già parlano di una futura edizione. Penso che una giornata così sarebbe piaciuta pure a San Bruno, che tanto amò la natura e fra questi boschi si ritirò in eremitaggio.

 

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