Cura di sé o vanità?

Ho 30 anni e sono sposata, con due figli.Tengo molto al mio aspetto esteriore: mi trucco tutte le mattine, ogni tanto vado dall’estetista, acquisto regolarmente prodotti cosmetici. Nel bilancio familiare comunque stanziamo sempre una cifra per chi è meno fortunato di noi. La mia domanda è: come capire se la mia è normale cura di sé o superbia e vanità? Grazie!. Monica – Bergamo La bellezza salverà il mondo. Questa impegnativa affermazione del grande Fëdor Dostoevskij mi è subito tornata in mente, immaginando la vita di una mamma e della sua famiglia, che quotidianamente costruisce e ricostruisce la propria armonia. Questa realtà ricca e complessa dell’amore tra noi sposi e con i nostri figli può trasparire con discrezione fuori delle mura domestiche anche attraverso il semplice gesto della cura della propria persona; anche con questo piccolo segno possiamo dire, al piccolo mondo intorno a noi, che crediamo di essere tutti chiamati a realizzarci nell’incontro con l’infinitamente Bello. D’altra parte, le esigenze del lavoro, o semplicemente dei nostri rapporti sociali, richiedono di fare attenzione all’aspetto con cui ci presentiamo agli altri, perché, lo sappiamo, il corpo ha un suo linguaggio molto eloquente, anche se silenzioso. Un piccolo particolare dell’abbigliamento o del trucco possono dare una sfumatura gradevole, che favorisce le relazioni e aiuta il dialogo. Penso che sia anche molto educativo verso i figli, mostrare il rispetto verso il corpo, insegnare la ricerca di uno stile personale di decoro, al di là dei condizionamenti forzati del consumismo, che spesso calpesta ogni ragionevole aspirazione estetica. Poi, come tutti gli aspetti della nostra vita, anche questo può crescere, evolversi. Le esperienze familiari che viviamo ci suggeriscono, nel tempo, soluzioni nuove, più mature. La cura del corpo, come quella della casa, può adattarsi alle diverse necessità ed esprimere nuove esigenze di comunione, nuove sensibilità. Una sempre più matura consapevolezza sociale, ad esempio, può spingerci a scelte diverse e controcorrente, capaci di sottolineare il primato della fratellanza universale e della condivisione dei beni materiali e spirituali. Ciò tuttavia senza spegnere, ma semmai affinando, la sensibilità per quella vera eleganza che è equilibrio di semplicità e originalità. Come capire se siamo sulla strada giusta? Seguendo le nostre migliori inclinazioni, chiedendo suggerimenti a persone sincere (magari al marito o ai figli), portando avanti con responsabilità e creatività i nostri impegni di famiglia, di lavoro, sociali, coltivando nel nostro cuore i valori belli propri dell’uomo e quindi del cristiano.Tutti questi elementi tracceranno percorsi sempre nuovi e personalizzati, che porteranno anche la nostra sensibilità estetica al pieno appagamento.

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