Una bussola strategica per la difesa dell’Europa

Il Consiglio europeo ha discusso della crisi in Ucraina, della difesa europea e delle future politiche energetiche
difesa

I capi di Stato e di governo dell’Unione europea (Ue) si sono riuniti nel Consiglio europeo per discutere dell’aggressione militare russa nei confronti dell’Ucraina. Il vertice si è tenuto a Bruxelles con la partecipazione del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, per discutere del sostegno all’Ucraina e del rafforzamento della cooperazione transatlantica, e il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in videoconferenza. I leader dell’Ue hanno sottolineato che la Russia sta dirigendo attacchi contro la popolazione civile e sta colpendo beni di carattere civile, tra cui ospedali, strutture mediche, scuole e rifugi, causando ingenti perdite di vite umane e numerosi feriti tra i civili. I leader europei hanno esortato la Russia a garantire con urgenza un passaggio sicuro ai civili intrappolati nelle zone di guerra, rilasciare immediatamente tutti gli ostaggi, assicurare un accesso umanitario ininterrotto, creare corridoi umanitari. Il Consiglio europeo ha evidenziato che l’Ue ha adottato sanzioni significative aventi pesanti ripercussioni sulla Russia e sulla Bielorussia e che rimane pronta a procedere rapidamente con ulteriori sanzioni severe e coordinate.

I leader dell’Ue hanno dichiarato che l’Ue e i suoi Stati membri continueranno a fornire, in modo coordinato, sostegno politico, finanziario, materiale e umanitario all’Ucraina e al suo popolo. I leader dell’Ue hanno riconosciuto tutti gli sforzi già compiuti per accogliere i rifugiati in fuga dalla guerra contro l’Ucraina, e hanno invitato tutti gli Stati membri a intensificare gli sforzi con immutato spirito di unità e solidarietà. Essi hanno anche affermato che la sicurezza degli impianti nucleari ucraini deve essere garantita, anche con il sostegno dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica. Il Consiglio europeo ha sottolineato che l’Ue è determinata a fornire al governo ucraino sostegno per le sue necessità immediate e, una volta cessato il violento attacco russo, per la ricostruzione di un’Ucraina democratica.

Il Consiglio europeo ha dichiarato che questa crisi rappresenta una considerevole sfida per le infrastrutture e i servizi pubblici dei Paesi dell’Ue che ospitano rifugiati, in particolare gli Stati membri confinanti con l’Ucraina. A tale riguardo, i leader dell’Ue hanno chiesto un’intensificazione degli sforzi degli Stati membri con immutato spirito di unità e solidarietà, una rapida mobilitazione dei finanziamenti dell’Ue a favore dei rifugiati e di chi li ospita e, infine, l’elaborazione, da parte degli Stati membri, di piani di emergenza.

L’atto più importante approvato dal Consiglio europeo, sicuramente per la sua prospettiva di lungo periodo, è la bussola strategica europea, concepita per rafforzare la sicurezza e la difesa dell’Ue nel prossimo decennio e, comunque, entro il 2030. A fronte dell’accresciuta ostilità del contesto di sicurezza, i leader europei hanno deciso di compiere un deciso salto di qualità e aumentare la nostra capacità e la nostra volontà di agire, rafforzare la nostra resilienza e investire di più e meglio nelle nostre capacità di difesa.

La prima versione della bussola strategica è stata presentata da Josep Borrell, alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, nel novembre 2021, sulla base della primissima analisi della minaccia cui hanno contribuito i servizi di intelligence dei 27 Stati membri dell’Ue e a seguito di una fase di dialogo strutturato tra gli Stati membri, le istituzioni e gli esperti dell’Ue. Tra febbraio e marzo 2022 sono state discusse versioni successive per tenere conto del dibattito tra gli Stati membri e dei pacchetti Difesa e Spazio presentati dalla Commissione il 15 febbraio nonché degli ultimi sviluppi a livello internazionale, tra cui in particolare l’aggressione militare russa nei confronti dell’Ucraina.

Secondo Josep Borrell, «le minacce aumentano e il costo dell’inazione è evidente». Ecco che «la bussola strategica è una guida all’azione che delinea un percorso ambizioso per la nostra politica di sicurezza e di difesa per il prossimo decennio», che «ci aiuterà ad affrontare le nostre responsabilità in materia di sicurezza, di fronte ai nostri cittadini e al resto del mondo».

La forza dell’Ue risiede nell’unità, nella solidarietà e nella determinazione. L’obiettivo della bussola strategica è rendere l’Ue un garante della sicurezza più forte e capace. L’Ue deve essere in grado di proteggere i suoi cittadini e contribuire alla pace e alla sicurezza internazionali. Ciò è tanto più importante in un momento in cui assistiamo al ritorno della guerra in Europa, determinato dall’aggressione ingiustificata e non provocata della Russia nei confronti dell’Ucraina, nonché a fronte dei significativi mutamenti geopolitici in atto. La bussola strategica potenzierà l’autonomia strategica dell’Ue e la sua capacità di lavorare con i partner per salvaguardare i suoi valori e interessi.

Un’Ue più forte e più capace in materia di sicurezza e difesa apporterà un contributo positivo alla sicurezza globale e transatlantica ed è complementare alla Nato, che resta il fondamento della difesa collettiva per i suoi membri. Intensificherà inoltre il sostegno all’ordine globale basato su regole, imperniato sulle Nazioni Unite. La bussola strategica offre una valutazione condivisa del contesto strategico in cui l’Ue si trova ad operare e delle minacce e sfide che essa deve affrontare. Il documento formula proposte concrete e attuabili, con un calendario di attuazione molto preciso, al fine di migliorare la capacità dell’Ue di agire con decisione in situazioni di crisi e di difendere la propria sicurezza e i suoi cittadini.

La bussola strategia europea copre tutti gli aspetti della politica di sicurezza e di difesa comune (Psdc) ed è strutturata attorno a 4 pilastri: azione, investimenti, partenariati e sicurezza.

Per essere in grado di agire in modo rapido ed energico quando scoppia una crisi, con i partner se possibile e da soli se necessario, l’Ue creerà una capacità di dispiegamento rapido con un organico di massimo 5 mila militari per diversi tipi di crisi, sarà in grado di schierare 200 esperti di missioni Psdc pienamente equipaggiati entro 30 giorni, anche in ambienti complessi, condurrà esercitazioni reali periodiche terrestri e in mare, rafforzerà la mobilità militare, rafforzerà le missioni e operazioni di Psdc in ambito civile e militare promuovendo un processo decisionale rapido e più flessibile, agendo in modo più deciso e garantendo una maggiore solidarietà finanziaria, sfrutterà appieno lo strumento europeo per la pace per sostenere i partner.

Al fine di rafforzare la sua capacità di anticipare, scoraggiare e rispondere alle minacce e alle sfide che stiamo affrontando e che possono emergere repentinamente, nonché di salvaguardare i propri interessi di sicurezza, l’Ue potenzierà le sue capacità di analisi dell’intelligence, creerà un pacchetto di strumenti e gruppi di risposta contro le minacce ibride, in cui siano riuniti vari strumenti per individuare e rispondere a un’ampia gamma di minacce di questo tipo, svilupperà ulteriormente il pacchetto di strumenti della diplomazia informatica e istituirà una politica dell’Ue in materia di ciberdifesa per essere meglio preparati e rispondere agli attacchi informatici, svilupperà un pacchetto di strumenti contro la manipolazione delle informazioni e le ingerenze da parte di attori stranieri, svilupperà una strategia spaziale dell’Ue per la sicurezza e la difesa, rafforzerà il suo ruolo quale attore della sicurezza marittima.

Gli Stati membri si sono impegnati ad aumentare in modo sostanziale le spese per la difesa affinché siano all’altezza dell’ambizione collettiva dell’Ue di ridurre le carenze critiche in termini di capacità militari e civili, nonché per rafforzare la nostra base industriale e tecnologica di difesa europea. L’Ue procederà a uno scambio in merito agli obiettivi nazionali in materia di aumento e miglioramento della spesa per la difesa al fine di rispondere alle proprie esigenze in materia di sicurezza, fornirà ulteriori incentivi agli Stati membri affinché si impegnino nello sviluppo collaborativo di capacità e investano congiuntamente in abilitanti strategici e capacità di prossima generazione per operare a terra, in mare e in aria, nonché nel ciberspazio e nello spazio extra-atmosferico, potenzierà l’innovazione tecnologica per la difesa al fine di colmare le lacune strategiche e ridurre le dipendenze tecnologiche e industriali.

Al fine di affrontare minacce e sfide comuni, l’Ue rafforzerà la cooperazione con partner strategici quali la Nato, le Nazioni Unite e i partner regionali, tra cui l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Osce), l’Unione Africana (Ua) e l’Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico (Asean), svilupperà partenariati bilaterali più mirati con paesi e partner strategici che condividono gli stessi principi, come gli Stati Uniti, il Canada, la Norvegia, il Regno Unito e il Giappone, svilupperà partenariati su misura nei Balcani occidentali, nel vicinato orientale e meridionale, in Africa, in Asia e in America latina, anche rafforzando il dialogo e la cooperazione, promuovendo la partecipazione a missioni e operazioni Psdc e sostenendo lo sviluppo di capacità.

Per la cronaca, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, ex primo ministro belga, 46 anni, è stato rieletto all’unanimità per un secondo mandato di due anni e mezzo (dal 1° giugno e fino a novembre 2024). In qualità di presidente del Consiglio europeo, il ruolo principale di Michel è presiedere i vertici dei leader nazionali dell’Ue e coordinare il lavoro dell’organismo. Per il resto, infatti, nessuno si è accorto di lui.

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