Auto elettriche, ricariche ogni 60 Km

L’Europarlamento chiede che, entro il 2026, ci siano stazioni di ricarica per le auto elettriche ogni 60 km nelle principali strade dell'Ue
(AP Photo/Gillian Flaccus)

Le istituzioni europee guardano alla decarbonizzazione del settore della mobilità e dei trasporti come un passaggio fondamentale per raggiungere gli obiettivi degli accordi di Parigi.

La mobilità elettrica è infatti considerata una tecnologia fondamentale per ridurre significativamente le emissioni. Le preoccupazioni degli automobilisti per la mancanza di infrastrutture di ricarica si sono però trasformate in un ostacolo alla diffusione di questa tecnologia. Per questo motivo gli eurodeputati hanno chiesto di fissare degli obiettivi minimi nazionali sull’installazione di infrastrutture per i combustibili alternativi, come l’elettricità e l’idrogeno.

Una delle proposte dell’Europarlamento è infatti quella di installare entro il 2026, stazioni di ricarica per le auto elettriche ogni 60 km nelle principali strade dell’Ue. Non solo per le auto ma anche per camion e autobus elettrici con stazioni più potenti.

Il testo legislativo fa parte del pacchetto “Fit per 55”, il piano dell’Ue per ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.

I deputati suggeriscono anche di installare stazioni di idrogeno ogni 100 km – invece che ogni 150 km come proposto dalla Commissione – lungo le strade principali dell’Ue e di farlo entro il 2027 anziché entro il 2031.

Il prossimo passo per gli eurodeputati è la negoziazione con Consiglio e Commissione Ue per arrivare al testo finale.

«Abbiamo perso cinque o sei anni nella realizzazione delle infrastrutture – ha ribadito il relatore del Parlamento sul dossier, Ismail Ertug (S&D), durante la conferenza stampa a Stasburgo dopo il voto -. Abbiamo provato nel 2013-2014 con la vecchia legge sulle infrastrutture per i carburanti alternativi, ma essendo solamente una direttiva non ha avuto molto successo».

Ora che è un regolamento, ha sottolineato, «avremo un livello minimo di infrastrutture in tutta l’Unione Europea». «Ciò che non abbiamo ottenuto – ha ammesso Ertug – è stato il cosiddetto meccanismo sanzionatorio», che prevedeva 1.000 euro per ogni stazione di ricarica mancante e che avrebbe esercitato «una maggiore pressione sugli Stati membri per il superamento o l’implementazione delle infrastrutture».

Al termine della votazione è arrivato il commento dell’Associazione europea dei costruttori di automobili (Acea). «Siamo lieti che gli eurodeputati abbiano introdotto una maggiore ambizione in questo regolamento, aumentando gli obiettivi nazionali sia per i punti di ricarica che per le stazioni di rifornimento di idrogeno, rispetto alla proposta della Commissione», ha dichiarato la direttrice generale Acea, Sigrid de Vries. «Le infrastrutture sono una parte essenziale dell’equazione della decarbonizzazione dei trasporti, insieme ai veicoli a emissioni zero a prezzi accessibili». Tuttavia, anche con questi obiettivi rafforzati, il nuovo regolamento «fornirà solo una rete minima di infrastrutture, che dovrà essere integrata da iniziative del settore privato» ha spiegato.

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