Arzano e la Terra dei fuochi

Le conseguenze degli incendi nei siti di stoccaggio, il controllo dei roghi e di un territorio dove mancano risorse e mezzi per contrastare la criminalità che fa affari sui rifiuti. Intervista a Fiorella Esposito.

Fiorella Esposito, già Sindaco di Arzano, comune a Nord di Napoli, si ricandida alle prossime elezioni amministrative del 26 maggio dopo che, a fine febbraio 13 consiglieri su 24 avevano firmato davanti al notaio le proprie dimissioni. La sua esperienza come prima cittadina è durata due anni. Il suo Comune si trova nella Terra dei fuochi.

Quali conseguenze hanno comportato nel Comune di Arzano il fatto che abbiano bruciato vari siti di stoccaggio dei rifiuti in Campania?

Si è creato un collasso aggravato dalla particolare densità abitativa e demografica che abbiamo nell’area comunale perché si innesca una catena di produzione di indifferenziato. Perché nel momento in cui gli autocompattatori dell’azienda che preleva i rifiuti sono pieni restano in attesa del sito di conferimento. Se l’attesa dura oltre 5 ore il sito di conferimento li respinge e rinvia al giorno dopo. Con questo meccanismo gli autocompattatori restano pieni e le strade restano ingombre. Quando, poi, il giorno successivo i cittadini consegnano la seconda frazione di rifiuti si mescolano al giorno precedente e tutto diventa indifferenziato. Questo fa aumentare la produzione di indifferenziata insieme ai costi aggiuntivi a carico dall’ente e del contribuente.

Secondo lei chi c’è dietro questo susseguirsi d’incendi nei siti di stoccaggio?

Credo che anche un bambino lo sappia. È la malavita organizzata, le mafie dei rifiuti. Si bruciano a scacchiera i siti di conferimento e intanto aumentano i prezzi derivati dal conferimento degli ingombranti, dei tessili, dell’indifferenziata. Noi abbiamo avuto un passaggio da 160 a 200 euro a tonnellata. Molti cittadini, di conseguenza, lamentano lo stato di problematicità e di estremo disagio per lo stato delle strade.

Come è possibile controllare i roghi tossici?

Tenga presente che noi siamo inseriti nel Patto della Terra dei fuochi. Il problema sono le aree di confine perché spesso i roghi accadono in un territorio, ma i fumi tossici si spostano nel Comune confinante. Bisogna mettersi d’accordo sulla priorità dell’intervento e sul tipo di costi. Si sta facendo un ragionamento sistemico al quale noi abbiamo aderito sin dalla prima ora. Con il Patto della Terra dei fuochi abbiamo la possibilità di pattugliare gli sversamenti con l’esercito ma non è sufficiente. Penso sia necessario innanzitutto una grande opera di risanamento del lavoro nero e irregolare nel campo edilizio, dei pneumatici, del tessile, dei conciari che ci regala tonnellate di rifiuti bruciati o smaltiti da noi direttamente con aggravio dei costi.

Nel suo Comune a che tipi di sversamenti assistiamo…

Nel mio Comune ci sono tante strade a scorrimento veloce. I rifiuti edili, delle conce non sono prodotti ad Arzano. Il punto è che depositano gli scarti dove gli sembra più comodo farlo. È un fenomeno che colpisce tutti i Comuni dell’area metropolitana di Napoli. Bisogna implementare le sinergie tra i Comuni di confine con l’intervento della Guardia di Finanza per controllare le aziende, con un controllo dell’esercito sugli incendi ed anche con le telecamere. Ogni Comune ha un organico ridotto all’osso e non abbiamo la reale possibilità di presidio. Interveniamo per gli incendi, ma non possiamo presidiare gli svincoli dove passano i camion e sversano a terra i rifiuti, né abbiamo le risorse per installare le telecamere per controllare i punti dove c’è maggiore sversamento. O ci forniscono mezzi e uomini o risorse per monitorare il territorio. Abbiamo investito 30 mila euro per mettere delle telecamere in alcuni punti cruciali del territorio. Porteranno dei risultati ma è poca cosa di fronte alla vastità del fenomeno.

 

 

 

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