Al-Sisi nuovo leader dell’Unione africana

L'Assemblea Generale dell'Ua, tenutasi nei giorni scorsi ad Addis Abeba, in Etiopia, ha visto il ruandese Paul Kagame cedere il suo incarico al presidente egiziano. I problemi finanziari dell’organizzazione al centro dei dibattiti
Canale di Suez

L’egiziano al-Sisi, eletto nuovo presidente dell’Unione africana nel corso dell’assemblea tenutasi dal 10 all’11 febbraio ad Addis Abebal, ha subito assunto forti impegni per rafforzare la cooperazione tra l’Africa subsahariana e il suo Paese.

Due anni e mezzo fa, l’Ua aveva annunciato al suo 29° vertice a Kigali una serie di riforme, registrate nell’Agenda 2063. Un programma incentrato, in parte, sull’indipendenza finanziaria dell’organizzazione, che attualmente ricorre ad aiuti esteri per l’80% dei costi per il suo funzionamento. A tal fine, sono state elaborate delle misure coercitive per costringere gli Stati membri a incassare una tassa dello 0,2% sulle importazioni per finanziare l’organizzazione.

L’Ua, dunque, vorrebbe coprire i costi di funzionamento, che nel 2018 si sono aggirati intorno agli 800 milioni di dollari, tramite l’autofinanziamento. Il presidente egiziano Abdel Fatah al-Sissi ha promesso di continuare la ricerca dell’equilibrio finanziario, migliorando in particolare il suo livello di recupero del deficit pregresso.

Nel luglio 2018, al 31° vertice di Nouakchott, i conti dell’Unione africana avevano mostrato un tasso di recupero del 30% dei contributi. I fondi arrivavano principalmente da Paesi come Egitto, Nigeria, Sudafrica, Algeria e Marocco, mentre una quarantina di Stati aveva accumulato arretrati.

L’organizzazione pan-africana ha quindi escogitato meccanismi per bilanciare gli oneri e i contributi finanziari da dividere tra Paesi grandi e piccoli. Pertanto, è stata avviata una riflessione per rivedere la scala dei contributi per garantire che le somme totali erogate dai cinque maggiori Paesi del continente non superino il 40% del bilancio totale.

Già nel 2018 sono stati compiuti sforzi da parte dei Paesi africani per migliorare le finanze dell’organizzazione. Nel corso della 32a sessione dell’Assemblea, il presidente uscente Kagame ha sottolineato che, per quanto riguarda gli sforzi per un finanziamento sostenibile dell’Unione, «il rinnovato Fondo per la pace», che è ora di 89 milioni dollari grazie al contributo di 50 Stati membri, «mostra la forza della nostra determinazione e le nostre capacità collettive».

Il nuovo presidente dell’Unione africana ha promesso di accelerare il progetto cruciale dell’istituzione dell’Area continentale di libero scambio (Cfta) lanciata sotto Paul Kagame, per ampliare il commercio tra Stati africani. L’Accordo è stato firmato da circa 50 Paesi e ratificato già da 20. Ci vorranno un totale di 22 ratifiche affinché il Cfta entri in vigore.

 

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