A scuola di non profit

Un vero e proprio boom dell’offerta formativa universitaria, quella registrata nel nostro paese negli ultimi anni. Lo dimostrano le cifre: 70 atenei, 416 facoltà, 3200 corsi di laurea. Soprattutto da quando la riforma ha introdotto l’articolazione dei titoli di studio in più livelli col conseguimento della laurea di primo livello in tre anni e la successiva scelta per il mondo del lavoro o per una laurea specialistica biennale o un master. Uno sviluppo che non può non tenere conto delle nuove professionalità richieste dal mondo globalizzato e della new economy così come da settori emergenti come quello del non profit che si va sempre più conquistando la sua fetta di “mercato”. Corsi di formazione, di laurea, master: nel Terzo settore hanno oramai raggiunto in Italia quasi quota cinquanta, segno certo di una maturazione del settore stesso che richiede una maggiore professionalità dei suoi addetti. Indice pure di una domanda di impiego che cresce, sempre più richiesto non solamente da cooperative, consorzi e case di cura, ma anche da pubbliche amministrazioni e operatori della società civile e politica. Un tipo di studio che va al passo coi tempi non solo nei suoi contenuti e nelle sue proposte ma anche nei suoi metodi e percorsi formativi. A cominciare dal fatto che molti di questi corsi prevedono confronti operativi con le realtà locali, scambi culturali fra paesi, possibilità di frequenza teledidattica, partecipazione diretta a progetti di cooperazione allo sviluppo nei paesi del sud del mondo, tirocini formativi presso strutture di servizio anche estere nell’ambito di accordi internazionali tra le università. Insomma una formazione più dal vivo. Ma che tipo di professioni emergono? Da cooperatori nazionali ed internazionali allo sviluppo, a manager di aziende non profit, onlus ed enti pubblici; da esperti nei processi di pace a professionisti dei fenomeni di mondializzazione dell’economia o dei vari campi di azione istituzionale, economica e umana a favore dei paesi in via di sviluppo; da specialisti delle identità locali e delle risorse ambientali ad imprenditori del turismo ecologico. E poi ancora progettisti di ambienti urbani sostenibili, professionisti dei servizi sociali con competenze per i disagiati, esperti del sociale, mediatori linguistici e culturali… Una tendenza, questa, non solo italiana, che vede al primo posto gli Stati Uniti con 76 università, ognuna delle quali offre tre corsi in non profit. Ma anche l’Europa non scherza. Nel vecchio continente è in atto una sorta di rivisitazione di certi percorsi formativi. Si sta sviluppando il cosiddetto Mba: master in buona amministrazione. L’Insead di Fontainebleau ha da poco inaugurato la European academy on corporate social responsability, un centro di formazione sulla responsabilità sociale delle imprese che conta in Europa sette atenei. L’università di Bath, in Gran Bretagna, lancia l’Mba in Future business, un master sulle nuove strategie di responsabilità socioambientale che ha, tra l’altro, una sua originalità: si svolge in due anni con 8 workshop che si tengono nei weekend, in delle strutture che ospitano tutti gli studenti. Ma non meno originale risulta il diploma in Inter-cultural management proposto dall’università di Cambridge: vuole evidenziare come le differenze culturali siano in grado di influenzare gli affari internazionali diventandone un punto di forza. La sessione iniziale si svolge a Cambridge, successivamente il corso si trasferisce in Svizzera e dopo in Italia. Ugualmente itinerante il percorso del master in diritti umani che prevede i primi sei mesi a Venezia, una settimana di progetti umanitari sul campo, ed i successivi sei mesi in una delle 14 università internazionali che aderiscono al programma. E poi c’è anche un ateneo online sulla sostenibilità: la Virtual university for sustainability (info@vilpas.com). Anche in Italia si studia cammin facendo. In particolare i 25 studenti ammessi al master in Analisi e gestione dei progetti di sviluppo della Statale di Milano partono da Reggio Calabria, raggiungono Milano, si trasferiscono a Firenze presso un agriturismo e concludono in due comuni dell’Aspromonte. Ma la gamma è davvero vasta e multiforme (vedi box). Come per ogni novità non mancano certo le sfide ma si tratta di un settore dove, come afferma il professor Elio Borgonovi, direttore della Sda Bocconi, “si ha la possibilità di mettere alla prova conoscenze e capacità manageriali e dove l’uomo è davvero considerato come tale”. “Oggi che i fondamentali dell’economia stanno subendo profonde trasformazioni, noi non vogliamo offrire ai nostri studenti solo un corso funzionale ai, seppur importantissimi, sbocchi occupazionali nel Terzo settore. Ci preme innanzitutto offrire un orizzonte di senso a chi sceglie di studiare un’economia dal volto umano”, gli fa eco Pier Luigi Porta, responsabile del diploma di laurea in Discipline economiche e sociali dell’università Bicocca di Milano. Rientra nelle sfide cui abbiamo accennato, la capacità delle università di poter contare su un corpo docente formato ed aggiornato, in grado di possedere in maniera adeguata le discipline utili a queste nuove professioni. Ed anche la capacità del territorio circostante di interagire con le università. Secondo Stefano Zamagni, docente dell’università di Bologna che ha tra l’altro istituito per primo il corso di laurea in Economia delle imprese cooperative e delle organizzazioni non profit, “questi corsi richiedono uno scambio molto diretto tra università e imprese. Se non c’è una collaborazione simpatetica con l’ambiente circostante, allora non si avrà mai una vera fioritura di questo tipo di lauree”. Dunque prospettive nuove ed entusiasmanti. Per i giovani e non solo. Dove mi iscrivo… Le università con corsi per il Terzo settore raggruppate per gruppi di interesse Corsi di formazione per manager di imprese non profit: Università S. Tommaso, Roma – Tel. 06.6702338 – Cis,Valmadrera – tel. 0341.583222 – Maieutica, Roma – tel. 06.77591793. CORSI DI LAUREA – Discipline ambientali: Pavia, tel. 0383.506320 – Venezia – tel. 041.2348566 – Roma Tre, tel. 06.54577487. Politiche e servizi sociali, intercultura: Trento, tel. 0461.881383 – Urbino, tel. 0722.329689 – Venezia, tel. 0412.346011. Scienze economiche e sociali: Forlì, tel. 0543.63248 – Milano Bicocca, tel. 02.64486582 – Venezia, tel. 041.2348747 – Trento, tel. 0461.88204, 0461.882342. Cooperazione allo sviluppo e alla pace: Padova, tel. 0498275111 – Roma Tre, tel. 06.57372860 – Parma, tel. 0521.032455 – Urbino, tel. 0722.3031 – Cattolica di Milano, tel. 02.723424171. Mediazione linguistica e culturale, pari opportunità: Statale di Milano, tel. 02.76316522 – Roma Tre, tel. 06.54577338 – Venezia, tel. 041.2346011. MASTER – Cooperazione allo sviluppo: Pavia, tel. 0328.22540 – Ferrara, tel. 0532.293412 – Statale di Milano, 02.50321531 – Bologna, tel. 051.2098132 – Padova, tel. 049.8275111. Sostenibilità ambientale: Domus Academy, Milano, tel. 02.42414049 – Ferrara, tel. 0532.258525 – Firenze, tel. 055.5048394. Sistemi agroalimentari: Padova, tel. 049.8275111 – Bologna, tel. 0522.2904433.

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