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Una legge sui servizi digitali

di Fabio Di Nunno

- Fonte: Città Nuova

Fabio Di Nunno, autore di Città Nuova

Con la legge dell’Unione europea sui servizi digitali entrano in vigore nuove regole per le piattaforme online.

I servizi digitali comprendono un’ampia categoria di servizi online che, oramai, ciascuno di noi utilizza, dai semplici siti web ai servizi infrastrutturali per internet fino alle piattaforme online. La nuova legge sui servizi digitali dell’Unione europea (Ue) mira a strutturare un ambiente online più sicuro e responsabile. Le norme contenute nella legge sui servizi digitali riguardano principalmente intermediari e piattaforme online, come mercati online, social network, piattaforme di condivisione di contenuti, app store, piattaforme online di viaggi e alloggi, ecc.

Il 15 dicembre 2020 la Commissione europea ha presentato la proposta relativa alla legge sui servizi digitali unitamente alla proposta concernente la legge sui mercati digitali quale quadro globale per garantire uno spazio digitale più sicuro e più equo per tutti. La legge sui mercati digitali è entrata in vigore il 1° novembre 2022.

La legge sui servizi digitali, che si applica a tutti i servizi digitali che mettono i consumatori in collegamento con beni, servizi o contenuti, stabilisce nuovi obblighi per le piattaforme online di riduzione dei danni e contrasto dei rischi online, introduce forti tutele per i diritti degli utenti online e colloca le piattaforme digitali in un nuovo quadro unico di trasparenza e responsabilità. Concepite come un insieme unico e uniforme di norme per l’Ue, tali norme garantiranno agli utenti nuove tutele e alle imprese la certezza del diritto in tutto il mercato unico.

Le nuove norme prevedono nuove responsabilità per limitare la diffusione online di contenuti e prodotti illegali, aumentare la protezione dei minori e offrire agli utenti una maggiore scelta e migliori informazioni. Gli obblighi dei diversi operatori online corrispondono al loro ruolo, alle loro dimensioni e al loro impatto nell’ecosistema online. Tutti gli intermediari online dovranno rispettare i nuovi obblighi di trasparenza, che sono di portata molto ampia, finalizzati all’aumento della responsabilità e della sorveglianza, ad esempio con un nuovo meccanismo di segnalazione dei contenuti illegali.

Inoltre, per le piattaforme con più di 45 milioni di utenti viene introdotto un regime speciale: per esse e per i motori di ricerca online di dimensioni molto grandi, infatti, sono previsti ulteriori obblighi, come valutazioni annuali di ampia portata dei rischi di danni online sui loro servizi, ad esempio per quanto riguarda l’esposizione a beni o contenuti illegali o la diffusione di disinformazione. Le piattaforme più piccole e le start-up avranno meno obblighi ed esenzioni speciali da determinate norme e beneficeranno della maggiore chiarezza e certezza giuridica, fattori di importanza fondamentale per operare in tutto il mercato unico dell’Ue.

Le nuove norme tutelano i diritti fondamentali degli utenti nell’Ue anche online. Nuove disposizioni per la tutela della libertà di espressione limiteranno le decisioni arbitrarie di moderazione da parte delle piattaforme e offriranno agli utenti nuovi modi per agire con cognizione di causa contro la piattaforma quando i loro contenuti sono moderati. Ad esempio, gli utenti delle piattaforme online disporranno di vari strumenti per contestare le decisioni di moderazione, anche quando si basano sui termini e sulle condizioni delle piattaforme. Gli utenti potranno presentare i reclami direttamente alla piattaforma, scegliere un organismo per la risoluzione extragiudiziale delle controversie ma anche adire gli organi giurisdizionali.

Le nuove norme impongono inoltre che i termini d’uso delle piattaforme siano esposti in modo chiaro e conciso e rispettino i diritti fondamentali degli utenti. Le piattaforme e i motori di ricerca online di dimensioni molto grandi dovranno inoltre effettuare una valutazione globale dei rischi per i diritti fondamentali, tra cui la libertà di espressione, la tutela dei dati personali e la libertà e il pluralismo dei media online, oltre che i diritti dei minori.

La legge sui servizi digitali stabilisce un nuovo livello di controllo pubblico delle piattaforme online, sia sul piano nazionale che dell’Ue. La Commissione europea avrà la facoltà di verificare direttamente le piattaforme e i motori di ricerca di dimensioni molto grandi, imprese che individualmente raggiungono oltre il 10% della popolazione dell’Ue, vale a dire circa 45 milioni di persone. Ciascuno Stato membro dovrà inoltre designare un coordinatore dei servizi digitali, che supervisionerà altre entità che rientrano nell’ambito di applicazione della legge sui servizi digitali, nonché le piattaforme e i motori di ricerca di dimensioni molto grandi. I coordinatori nazionali e la Commissione europea collaboreranno attraverso un comitato europeo per i servizi digitali. Sarà infatti istituito questo meccanismo di cooperazione a livello di Ue tra le autorità nazionali di regolamentazione e la Commissione.

La Commissione europea sta inoltre realizzando il Centro europeo per la trasparenza algoritmica per svolgere la sua attività di supervisione con l’ausilio di conoscenze multidisciplinari interne ed esterne. Il Centro europeo per la trasparenza algoritmica fornirà sostegno per valutare se il funzionamento dei sistemi algoritmici sia in linea con gli obblighi di gestione del rischio che la legge sui servizi digitali stabilisce per le piattaforme e i motori di ricerca di dimensioni molto grandi, al fine di garantire un ambiente online sicuro, prevedibile e affidabile.

A seguito dell’entrata in vigore della legge sui servizi digitali, le piattaforme online disporranno di 3 mesi (fino al 17 febbraio 2023) per comunicare il numero di utenti finali attivi sui loro siti web. La Commissione europea, inoltre, invita tutte le piattaforme online a comunicarle i dati pubblicati al riguardo. Sulla base del numero di utenti, la Commissione europea valuterà se una piattaforma debba essere designata come piattaforma o motore di ricerca di dimensioni molto grandi. Dopo tale decisione da parte della Commissione europea, l’entità interessata disporrà di 4 mesi per conformarsi agli obblighi previsti dalla legge sui servizi digitali, fra i quali l’effettuazione del primo esercizio annuale di valutazione del rischio, da trasmettere alla Commissione europea.

Gli Stati membri dell’Ue dovranno conferire i poteri spettanti ai propri coordinatori dei servizi digitali entro il 17 febbraio 2024, data generale di inizio dell’applicazione della legge sui servizi digitali, quando la legge sui servizi digitali sarà pienamente applicabile a tutte le entità che rientrano nel suo ambito di applicazione.

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