50 anni fa su Città Nuova

Dalla ricostruzione giornalistica della vita di Charles de Foucauld, ucciso nel 1916 a Tamanrasset (Algeria) e fondatore riconosciuto dei Piccoli Fratelli di Gesù, il cui primo gruppetto ebbe vita nel 1933 ad opera di René Voillaume.
I fratelli di Charles de Foucauld

In qualunque parte si trovino, i Piccoli Fratelli di Gesù si adeguano a tal punto alle situazioni locali, da conformare allo stile del Paese che li ospita perfino lo stile della loro cappellina. Così nella Fraternità di Charleroi l’altare è sostenuto da travature identiche a quelle che puntellano le volte della miniera; a Concarneau sui muri della cappella sono stese le reti per la pesca delle sardine; nel Libano, nell’Iraq e nel Pakistan l’altare è quadrato, con drappeggi di stoffa, e sormontato da una serie di icone disposte secondo l’uso locale; nel porto di Amburgo-Altona, dove oggi è la cappella della fraternità, fino a pochi anni or sono v’era un deposito di carbone: una piccola casa di Dio in un seminterrato di sette metri quadrati, sotto la bottega di un barbiere che è il padrone di casa.

 

Sembrerebbero, a prima vista, proiettati nel mondo, in questo o quell’angolo di miseria, e lì lasciati a sé stessi, soli, allo sbaraglio. Ma non è così. V’è una grande unità fra tutti i Piccoli Fratelli, un vincolo continuo, un continuo scambio di notizie. In ogni Fraternità c’è un responsabile di fronte al priore, e questo responsabile manda al priore, ogni due o tre mesi, una lettera molto semplice, molto familiare, in cui racconta gli avvenimenti accaduti negli ultimi tempi, le esperienze fatte, le difficoltà incontrate, le gioie provate. Poi, questi diari vengono stampati e fatti circolare fra le varie Fraternità in modo che ciascuna sappia tutto delle altre. Ed è così che, apparentemente abbandonato fra i dirupi della Cordigliera delle Ande o nelle foreste inquiete del Congo, il Piccolo Fratello sente, in realtà di non essere mai separato dagli altri.  […]

 

Da ogni parte sempre le stesse notizie e sempre la stessa invocazione: «Pregate!…». Perché in ogni parte, come raccomanda loro René Voillaume, i Piccoli Fratelli lavorano «in mezzo a tutti coloro che devono sopportare la vita quotidiana disperatamente da soli, e che vivono unicamente con un ideale materialista». E come Voillaume invoca, ovunque i Piccoli Fratelli continuano ad essere «coloro che vivono di qualcos’altro»: di una fede incrollabile che li fa fratelli a tutti.

Sergio C. Lorit

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