2006: l’anno che verrà..

Il nuovo anno segnerà un compleanno importante: cinquant’anni fa ciò che oggi chiamiamo musica giovanile emergeva dagli scantinati del ribellismo alternativo per apprestarsi a diventare quel fenomeno di massa che tutti conosciamo. Dall’era dei 45 giri si passò poi a quella dei 33, a seguire arrivarono le musicassette, poi le rivoluzioni digitali dei compact- disc e dei dvd, giù giù fino agli odierni dual-disc, alla musica per cellulari, e alla definitiva svolta del web. Inutile aggiungere che, come in quasi tutti gli altri settori della creatività e della comunicazione fra esseri umani, anche in campo musicale la velocità delle innovazioni e delle mutazioni ha subito accelerazioni esponenziali. Nell’attesa del definitivo e ormai imminente tramonto del concetto stesso di supporto audio (qualunque esso sia), e dunque di una modalità di consumo musicale radicalmente nuova, l’anno appena iniziato s’annuncia come l’ennesimo ibrido di transizione: coi grandi latifondisti della musica impegnati a recuperare un’impossibile grandeur, i consumatori sempre più disorientati, e gli artisti (almeno quelli ancora degni di tale appellativo) decisi a restituire alla creatività il baricentro del proprio mestiere. Il 2006 sarà per molti versi un anno decisivo: chi non saprà adeguarsi alle mutazioni in atto sarà destinato a sparire, viceversa, chi riuscirà trovare una sintesi tra le infinite contraddizioni in corso potrà forse porre le basi per un grande futuro (perché è bene ricordare che i presupposti delle grandi fortune si costruiscono quasi sempre in tempi di grande crisi). Il che vuol dire che almeno una buona notizia c’è: il pressapochismo e l’arroganza dei vecchi padroni della musica ha davvero le ore contate. Ciò non significa – ahimè – che i prossimi saranno meglio, ma se non altro chi ha davvero talento, intelligenza e carisma finalmente avrà, dopo decenni segnati da un’anti-meritocrazia sempre più imbarazzante, la possibilità di non finire stritolato dai cliché o dalle perversioni degli strateghi del music-business. Almeno sulla carta (ma qui stiamo, del resto…), l’anno appena iniziato potrebbe quindi essere migliore di quello appena archiviato, invero povero di produzioni degne di sopravvivere al Tempo (a parte qualche eccezione riportata nel consueto riquadro). E – particolare tutt’altro che irrilevante – le scelte dei consumatori potrebbero pesare molto più che in passato. Grazie anche alla tecnologia, ognuno sarà un po’ più libero di scegliersi non solo le minestre, ma anche i conventi… O almeno questo è quel che ci auguriamo e speriamo. 2005 DA RICORDARE DANIEL POWTER Daniel Powter Un debutto coi fiocchi. DEPECHE MODE Playing the angel Il suono della post-modernità. KANYE WEST Late registration Ai vertici della negritudine hip-hop. PAUL MC CARTNEY Chaos and creation in the backyard Come il buon vino, migliora invecchiando. BRUCE SPRINGSTEEN Devils & Dust La più nitida fotografia dell’America odierna. DAVID GRAY Life in slow motion Il più talentuoso tra i nuovi cantautori aglosassoni. JOHN LEGEND Get Lifted L’astro nascente della nuova black-music. COLDPLAY X & Y Chris Martin e soci sul trono del pop-rock planetario.

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