«… e ogni cosa mia è tua»

La proprietà privata è un servizio da poter compiere per il bene della comunità.

Gesù ha voluto esternare il suo divino, eterno colloquio col Padre, perché fosse cibo e motivo della nostra vita. Ebbene, anche per noi cristiani, questa è la legge più profonda e più vitale; «e ogni cosa mia è tua, ogni cosa tua è mia» sono parole vere per ogni uomo che crede nel messaggio di Cristo. Ci lega tutti una comunione profonda di beni spirituali; la linfa divina trinitaria è ormai stata riversata nei nostri cuori ed è legge della nostra vita in terra.

Ma questa norma non ha solo un valore spirituale; Dio ci ha dato i doni dell’universo per il bene di tutti, perché tutti possano partecipare di questo amore e servirsene per loro sostentamento umano, cristiano. Ma per salvaguardare la libertà e la dignità delle persone, vuole che i beni di questa terra siano a servizio di tutti, generalmente attraverso quella che viene chiamata proprietà privata.

Epperò, non deve essere la proprietà privata un mezzo e un baluardo per salvaguardare l’egoismo e l’avarizia. La proprietà privata è un servizio che ciascuno dovrebbe poter compiere per il bene della comunità. Ma quanto si è distanti dalla realtà del vero concetto della proprietà privata, il quale affonda le sue radici nel mistero trinitario – che così è espresso appunto: «Tutto quello che è tuo è mio, e tutto quello che è mio è tuo» –, quanta la deformazione che di questo concetto danno generalmente, con le parole e con la vita, molti cristiani!

Ci si appella a questo diritto “sacro”, non per donare di più agli altri, ma per essere più egoisti e più rapaci. Molte volte ci si appella a questo diritto di proprietà per togliere definitivamente agli altri il diritto che ciascuno avrebbe alla «proprietà privata», a salvaguardia della sua libertà, della sua indipendenza, della sua personalità.

Sono necessari i flagelli delle rivoluzioni per ricordarci qual è il vero cristianesimo? Non siamo capaci noi di rinnovarci solo attingendo al Vangelo? Auguriamoci di sì. Che ciascuno di noi, ascoltando l’insegnamento di Gesù, sappia ritrovare il vero valore della propria esistenza e dei beni che Dio gli ha donato, per il servizio a tutti.
 
(Sintesi da: Il Testamento di Gesù. Spunti di meditazione, Città Nuova, 1966)

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