Zaia punta a una vittoria plebiscitaria

Sul referendum, Pd e imprenditori divisi

«Vuoi che alla Regione siano attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia?». Questo è il quesito che gli elettori veneti troveranno sulla scheda il prossimo 22 ottobre, data del referendum sull’autonomia, fortemente voluto dal governatore Luca Zaia. Una consultazione che ha incontrato un percorso a ostacoli. Innanzitutto, il ricorso al Tar presentato da due cittadini, in quanto il referendum violerebbe il diritto a pronunciarsi su «quesiti omogenei e chiari»: non si capisce infatti – critica mossa all’unisono anche dalle opposizioni – che forme di autonomia la Regione debba negoziare, su che materie, in quale misura. Il Tar ha respinto il ricorso, ma le critiche rimangono. Anzi, crescono: perché, dato che l’attuale maggioranza ha sempre sostenuto una linea autonomista, è necessario un ulteriore avvallo, se non come pura prova di forza? E a che pro, trattandosi di un referendum non vincolante, che costerà peraltro 14 milioni di euro – più quasi 1,5 milioni destinati alla comunicazione – che sarebbero potuti essere più utilmente spesi?

In tutto ciò, lo stesso giorno in cui il Veneto voterà per una maggiore autonomia regionale, la provincia di Belluno voterà un analogo referendum per quella provinciale. Intanto Zaia, forte dell’appoggio popolare, della genericità del quesito, della sensibilità dei cittadini alla questione – secondo un sondaggio Winpoll il sì veleggerebbe al 92% –, nonché di un appoggio inatteso come quello di un documento approvato dal Pd Veneto a favore di un “sì critico” (a dimostrazione che il tema è in qualche misura trasversale agli schieramenti), si prepara a presentarsi a Roma per negoziare da una posizione rafforzata. Un’incognita però c’è: il governatore ha dichiarato che non considererà significativa un’affluenza poco sopra il 50%, e il fronte astensionista – a favore del quale si sono peraltro schierati alcuni noti imprenditori, come forma di protesta contro una consultazione considerata pretestuosa – starebbe guadagnando terreno. Insomma, i giochi sono aperti.

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