Voto decisivo in Basilicata?

Le elezioni regionali lucane hanno decretato la vittoria del centro destra. Qualche considerazione su retroscena e prospettive dopo questo risultato

Non era mai successo prima: il riferimento non è soltanto alla prima vittoria del centrodestra in Basilicata, a dire il vero già ampiamente prevista, ma all’attenzione che le elezioni per il governo di questa piccola regione stanno attirando sui media e tra i commentatori nazionali. Ci sono alcune ragioni evidenti, altre che invece rischiano di sfuggire. Sono le ultime elezioni in Italia prima delle europee, dopo il voto in Sardegna e in Abruzzo anche la Basilicata conferma lo stesso trend elettorale, neppure scalfito dal rinnovamento avviato in casa PD.

La crescita della Lega al Sud è ormai un dato di fatto: il partito di Salvini si afferma come il secondo più votato (il prima lista è quella del Movimento 5 stelle). La rimonta del Pd che ci si aspettava dopo le primarie, in Basilicata non c’è stata. Il crollo dei 5 stelle, dopo il plebiscito che avevano registrato in Basilicata alle politiche, era previsto, tanto da spingere gli esponenti di punta del movimento a tenersi alla larga dalla campagna elettorale lucana per non intestarsi la sconfitta.

Ma non è solo per questo che il voto in Basilicata è importante. Il voto lucano avrà infatti importanti ricadute su almeno due questioni strategiche nazionali. La prima è legata al petrolio, la Basilicata è il Texas d’Italia: l’80% del petrolio estratto in Italia proviene dal sottosuolo di questa piccola regione. Pendono in questo momento ben 17 istanze per sondare la presenza di altrettanti nuovi probabili giacimenti di oro nero, e si moltiplicano intanto i processi per smaltimento illecito di rifiuti prodotti dalle estrazioni, a cui si aggiungono quelli per corruzione e concussione a carico di amministratori locali che avrebbero dovuto controllare le emissioni degli impianti di estrazione.

Gli interessi economici sono enormi, come è evidente: i bilanci della regione hanno potuto contare per anni delle entrate garantite dalle royalties pagate dalle compagnie petrolifere (2,2 miliardi solo nel 2018). In pochi durante la campagna elettorale hanno provato a immaginare modelli di sviluppo per la Regione alternativi allo sfruttamento delle risorse naturali, che non potrà durare per sempre e che già sta devastando ampie aree del territorio. Ci si limita per ora a capire e guerreggiare su come dividersi il “bottino”, mentre le aree interne si svuotano ad una velocità mai registrata prima.

Poi c’è il nodo che tutti temono tornerà al pettine della Basilicata molto presto: il deposito unico nazionale di rifiuti nucleari. Nel 2003 il governo Berlusconi decise che le scorie nucleari di tutta Italia dovessero finire a Scanzano, in provincia di Matera, sede valutata più idonea allo scopo. La forte protesta che derivò convinse il governo a fare marcia indietro e da allora la decisione è stata rimandata di anno in anno, ma la Basilicata ha confermato in questi anni la sua triste vocazione ad accogliere i rifiuti che gli altri non vogliono nei suoi vasti territori dalla densità abitativa molto bassa: più volte maglia nera d’Italia per la quantità di discariche abusive. Le commissioni incaricate di designare definitivamente la località in cui nascondere i rifiuti radioattivi hanno intanto dettagliato i criteri e sembrano pronte a decretare il verdetto finale. Potrebbe quindi toccare al nuovo presidente trattare con il governo nazionale anche questo spinoso affare.

C’è poi da capire come la nuova giunta intenderà raccogliere e costruire un’eredità al grande processo di rigenerazione avviato con la nomina di Matera Capitale Europea della Cultura per il 2019 (o se preferirà invece lasciare che la bolla si sgonfi piano piano). L’appuntamento europeo si sta dimostrando in questi anni un volano fortissimo per l’economia locale e regionale, un risultato politico importante diventato bandiera del governo Renzi, di un’amministrazione locale e di una giunta regionale di centrosinistra: eppure nella città di Matera il centrosinistra registra oggi il suo peggior risultato. Sono solo alcuni dei temi su cui sarà chiamata a lavorare da subito l’ultima regione rossa del Sud: la Basilicata è stata governata ininterrottamente da coalizioni di centrosinistra, con le ultime due giunte cadute entrambe per scandali giudiziari.

Se nei comizi che hanno affollato i paesi lucani in queste settimane “cambiamento” sembrava la parola d’ordine dei più, è impossibile non notare che il metodo per la composizione delle liste e la scelta dei candidati sembra dire esattamente il contrario. I 4 candidati presidenti erano sostanzialmente sconosciuti prima della campagna elettorale e nessuno ha dimostrato di avere particolari doti carismatiche o di leadership nel poco tempo concesso ai lucani per conoscerli. Segno evidente che ancora una volta – fatte salve alcune liste trainanti – i voti vanno contati per “famiglia”, ciascun candidato trascina con sé spostandosi da una coalizione all’altra il suo pacchetto di voti, che sono così chiaramente voti “suoi”, più che del partito o del candidato presidente.

Il presidente Bardi risiede a Napoli, mentre Trerotola, il candidato del centrosinistra – noto solo per i legami familiari e l’ammirazione per i comizi di Almirante, padre della destra italiana – avrebbe rivelato a Gasparri qualche mese prima (stando alle dichiarazioni di quest’ultimo poi smentite dall’interessato) il suo desiderio di candidarsi a capo della coalizione di centrodestra in Basilicata. Infine, del candidato presidente dei 5 stelle (arrivato terzo) a Potenza, Mattia, si ricorda solo la militanza tra le fila di Forza Italia. Spostamenti e cambiamenti di casacca che se da un lato fanno pensare all’opportunismo di assicurarsi un posto, dall’altro assumono le forme di vere e proprie faide tra poche e vecchie dinastie che mentre sembrano duellare, probabilmente stanno solo cercando di mantenersi reciprocamente in vita.

I più letti della settimana

Chiara D’Urbano nella APP di CN

La forte fede degli atei

Mediterraneo di fraternità

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons