Vorrei essere un punto in u quadro di Mirò

Vorrei essere un punto in un quadro di Mirò appena distinguibile da altri punti, certo, ma disposto in modo del tutto unico. E dal mio oscuro centro contemplerei la bellezza dell’orizzonte e mi chiederei se valga la pena di rotolare verso la striscia color limone, posata centralmente, e di spingere le mie curve contro il suo bordo, per attrarre su di me un po’ d’attenzione. Ma sto bene dove sono. Non capirò mai del tutto quello che avviene intorno a me, ma è proprio questo il bello. Il fatto che non sono un cerchio perfetto mi rende più interessante a questo mondo. La gente mi guarderà sempre e anche i più insensibilli si emozioneranno. Eccomi qui, sul punto di animarmi, un sogno, una danza, una costruzione fantastica, l’avventura di un bimbo. E niente in questo cielo fulvo può avvicinarsi troppo, o andarsene troppo lontano. (Da The Country at My Shoulder, 1993, traduzione di Andrea Sirotti in L’India dell’anima. Antologia di poesia femminile indiana contemporanea in lingua inglese, nuova edizione aggiornata e ampliata, Le Lettere, Firenze 2006). Moniza Alvi è nata a Lahore (Pakistan) nel 1954 ed è cresciuta in Inghilterra, nello Hertfordshire. Ha studiato alle università di York e Londra. Ha pubblicato quattro raccolte di poesie: The Country at My Shoulder, A Bowl of Warm Air, Carrying My Wife e Souls. Dopo una lunga carriera come insegnante di scuola superiore, ora vive a Londra col marito e la figlia. Tiene corsi di scrittura all’Open College of the Arts e alla Poetry School. Ha ottenuto il The Poetry Business Prize nel 1991. La sua prima raccolta The Country at My Shoulder(OUP, 1993) è stata finalista per i premi T.S. Eliot e Whitbread.

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