Violenze in famiglia, un dolore insopportabile

Pubblichiamo l’intervista integrale a don Stefano Castaldi, che ha raccolto il disagio di tante donne vittime di maltrattamenti. Articolo tratto dal numero di Città Nuova 11/2017

«Il fenomeno della violenza sulle donne non solo esiste, ma è molto diffuso ed è sommerso, nel senso che non viene alla luce o perché le donne non sanno come tutelarsi o per pudore, soprattutto se ci sono figli e non si vogliono provocare loro disagi». Don Stefano Castaldi, sacerdote di una parrocchia del Centro Italia, conosce bene il problema e il disagio di chi subisce maltrattamenti.

Don Stefano, parliamo di “violenze in famiglia” sulle donne…

Innanzi tutto, c’è una forma di violenza verbale, molto diffusa. Non ha la stessa valenza di quella fisica, ma ha un forte impatto psicologico e viene vissuta con grave disagio. Da quello che percepisco dai racconti che raccolgo, la donna è disposta a passare sopra un singolo caso di atto manesco. Ma quando alla violenza fisica e a quella verbale si aggiungono le imposizioni sessuali e l’indifferenza del marito, sia ai suoi problemi che a quelli dei figli e della famiglia, la donna si viene a trovare in un insopportabile stato di disagio psicologico, molto simile alla depressione, a cui si associa un sentimento di dignità offesa.

Eppure, le denunce sono poche…

Le denunce sono molto poche per vari motivi. Innanzi tutto, le donne spesso non sanno come adoperarsi, non sanno cosa fare, non conoscono i mezzi che l’ordinamento giuridico offre loro in questi casi. Non si denuncia anche per pudore: soprattutto se ci sono figli, si preferisce subire le violenze piuttosto che reagire. Questo, però, fino a quando la donna non si accorge che, assistere a certe situazioni, per i bambini è ancora più dannoso.

 

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