Ventimiglia tra ispezioni e nuovi muri

Arrivano i funzionari della Commissione europea, mentre i migranti sono sempre più marginalizzati fisicamente sul territorio
ANSA/OXFAM ANSA

Per due giorni, a fine giugno 2018, l’Ong Medici senza Frontiere, assieme ad associazioni locali, avvocati, e altre organizzazioni non governative come La Cimade, Amnesty International, Médecins du Monde e Secours Catholique, avevano monitorato i movimenti di migranti e polizia francese ai due confini di Ventimiglia, a Ponte San Luigi e a Ponte San Ludovico.

Allora avevano segnalato che in 48 ore centocinquantasette persone erano state rispedite in Italia, 76 trattenute fino a 14 ore nell’ufficio immigrazione della polizia di Mentone, 11 ragazzi rimandati in Italia senza accertare se fossero o meno minorenni.

«Al confine franco-italiano le autorità francesi continuano a violare giornalmente la legge e il diritto dei rifugiati e dei migranti – diceva un comunicato di Medici senza Frontiere – Queste pratiche persistono a dispetto dei ripetuti richiami delle associazioni, l’accumulo di prove schiaccianti da parte di autorità pubbliche indipendenti e di diverse condanne in tribunale».

In base anche a queste segnalazioni otto funzionari della Commissione di Valutazione del Trattato Schengen, dipendente dalla Commissione Europea al confine tra Italia e Francia in un blitz senza preavviso, la scorsa settimana, sono arrivati al confine italo francese di Ventimiglia e a quello franco italiano di Menton e dalle 9 del mattino fin oltre le alle 16 del pomeriggio hanno valutato il comportamento dei poliziotti alla frontiera italiana e i gendarmi a quella francese.

Hanno voluto rendersi conto di persona e valutare le procedure di controllo dei “passaggi” e se veniva effettuato il corretto rispetto del trattato che prevede la libera circolazione delle persone e delle merci all’interno dei confini dell’Unione Europea.

Il motivo era quello dopo le numerose proteste di verificare se ci fossero comportamenti non legali tenuti dai gendarmi verso i cittadini extracomunitari, vedi respingimenti di minori non accompagnati e altri episodi denunciati di recente dai giornali di confine.

I membri della Commissione hanno incontrato il vicequestore aggiunto Martino Santacroce, dirigente della polizia di frontiera di Ventimiglia, il quale ha ribadito che i controlli eseguiti alla frontiera non sono mai sistematici e che oltre alla circolazione delle persone riguardano anche la pubblica sicurezza e l’antiterrorismo. La Francia come si sa ha sospeso il Trattato di Schengen  fino al prossimo 31 ottobre.

Intanto nella città di confine la presenza degli immigrati si è notevolmente rallentata. Negli ultimi giorni sono arrivati una cinquantina di cittadini eritrei sbarcati dalla nave Diciotti della Marina al  Campo Roja, il centro gestito dalla Croce Rossa da dove gli immigrati cercano di andare in Francia.

Mentre nelle ultime settimane due migranti nel tentativo di raggiungere la Francia sono rimasti intrappolati per l’intera notte su un costone roccioso a strapiombo sul confine di ponte San Luigi, a Ventimiglia, lungo il passo della morte. Sono stati recuperati dagli uomini del Soccorso Alpino Fluviale (Saf).

Un migrante algerino, invece, è rimasto ferito mentre tentava di raggiungere la Francia passando lungo i binari della ferrovia, sulla linea Ventimiglia-Mentone. L’uomo è stato urtato da un treno regionale a meno di un chilometro dalla frontiera. In seguito all’impatto col treno, il giovane ha riportato la frattura di una gamba e una commozione cerebrale.

I migranti a Ventimiglia sono sempre più isolati ora tra il piazzale di Via Tenda,  dove tutte le sere viene fatta la distribuzione del cibo, e la parte del  sottoponte, dove ancora si incontravano i migranti per scambiare due chiacchiere all’ombra e dove vi era la possibilità di trovare dell’acqua potabile,  è stato costruito  un muretto; e sopra è stata tesa una rete metallica, impedendo l’accesso al sottoponte dal piazzale.

Ora unico posto per stare “in pace” sono rimasti i canneti e la vegetazione che occupano parte del letto del fiume Roya. «La chiusura con una rete metallica di un accesso all’area, proprio in corrispondenza del luogo in cui le persone migranti si riunivano per consumare il pasto serale e per dei momenti di socialità, oltre ad avere un significato altamente simbolico, ha delle pesanti conseguenze materiali –  scrivono in un comunicato gli attivisti del presidio permanente 20K – con questa azione il comune ribadisce e rafforza la politica di invisibilizzazione delle persone migranti.

O queste accettano di entrare nel campo della Croce Rossa, situato nel Parco Roya (a diversi km dalla città, per raggiungere il quale si è costretti a percorrere a piedi una strada molto pericolosa) accettando di fatto la segregazione dalla vita sociale del territorio, oppure sono costrette a nascondersi nella vegetazione che circonda il fiume avendo un unico punto di entrata e uscita, distante dai luoghi di accampamento.

Cosa accada alle persone costrette ad accamparsi nel letto del Roya evidentemente allo Stato italiano non interessa, l’importante è che la società legittima sia separata anche fisicamente dal mondo dei marginalizzati e degli esclusi. Invisibili, privati di ogni diritto, finanche del riconoscimento della loro umanità».

Anche Ventimiglia oggi ha il suo “muro” interno, «il suo “filo spinato”, la sua piccola “striscia di Gaza”. I dispositivi di confinamento sono globali, sono la cifra del capitalismo neoliberale e globale odierno».

 

 

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