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Un’IA più accessibile, sostenibile e al servizio del progresso collettivo

di Fabio Di Nunno

- Fonte: Città Nuova

Fabio Di Nunno, autore di Città Nuova

Vertice d’azione sull’intelligenza artificiale di Parigi: meno regole in Europa e più investimenti.

Le applicazioni di IA DeepSeek e ChatGPT su un dispositivo mobile, a Copenaghen, Danimarca, 7 febbraio 2025. Foto: EPA/Liselotte Sabroe DANIMARCA OUT via Ansa

Il 2 febbraio sono entrate in vigore in Europa quelle norme dell’AI Act, il primo insieme completo di regole al mondo che disciplina l’intelligenza artificiale (IA), che prevedono misure come il divieto di punteggio sociale, scraping di materiale Internet per database di riconoscimento facciale e manipolazione dannosa basata sull’IA. Poi, entro il prossimo agosto, inizieranno ad applicarsi gli obblighi di trasparenza per i modelli di intelligenza artificiale di aziende come ChatGPT, il che richiederà una maggiore divulgazione dei dati di allenamento dei sistemi.

Il Vertice per l’azione sull’IA, tenutosi il 10 e 11 febbraio a Parigi, copresieduto dall’India, ha riunito partecipanti provenienti da oltre 100 Paesi, tra cui capi di Stato e di governo, organizzazioni internazionali, rappresentanti della società civile, del settore privato, del settore accademico e della ricerca, con l’obiettivo di stabilire le basi scientifiche, le soluzioni e gli standard per un’AI più sostenibile al servizio del progresso collettivo e dell’interesse generale, facendo seguito al vertice di Bletchley Park del novembre 2023 e al vertice di Seul del maggio 2024. Il prossimo vertice si terrà in India. 

Gli obiettivi principali erano quelli di dare accesso al maggior numero possibile di persone a un’IA indipendente, sicura e affidabile, sviluppare delle IA più frugali e rispettose dell’ambiente, accertarsi che la governance globale dell’IA sia al contempo efficace ed inclusiva. Le riflessioni si sono sviluppate su cinque temi principali: l’IA al servizio del pubblico interesse, il futuro del lavoro, innovazione e cultura, un’IA di fiducia, la governance globale dell’IA. 

Secondo il vicepresidente degli Stati Uniti, JD Vance, il rigido contesto normativo stabilito dall’AI act, rallenterà qualsiasi forma di cooperazione con l’Ue. Non a caso, gli Stati Uniti e il Regno Unito non hanno firmato la dichiarazione del vertice che incoraggia i Paesi ad attenersi a determinati principi etici di governance dell’AI. 

Comunque, almeno la Cina compare tra i 61 Paesi firmatari della dichiarazione per un’IA aperta, inclusiva ed etica. È stato anche deciso di stabilire un coordinamento più forte della governance dell’IA, basata su un dialogo globale, evitando la concentrazione del mercato in modo che la tecnologia sia più accessibile ma anche più sostenibile per le persone e per il pianeta.

Nello specifico, sono state affermate le seguenti priorità principali:

  • Promuovere l’accessibilità dell’IA per ridurre il divario digitale.
  • Garantire che l’IA sia aperta a tutti, inclusiva, trasparente, etica, sicura e affidabile, nel rispetto dei quadri internazionali.
  • Consentire l’innovazione nel campo dell’IA creando le condizioni favorevoli al suo sviluppo ed evitando la concentrazione del mercato, sostenendo così la ripresa industriale e lo sviluppo.
  • Incoraggiare un’implementazione dell’IA che abbia un impatto positivo sul futuro del lavoro e dei mercati del lavoro e che apra prospettive di crescita sostenibile.
  • Rendere l’IA sostenibile per le popolazioni e il pianeta.
  • Rafforzare la cooperazione internazionale e promuovere il coordinamento della governance internazionale.

Eppure, in occasione del vertice d’azione sull’intelligenza artificiale di Parigi, l’Unione europea (Ue) ha annunciato che semplificherà la regolamentazione per facilitare la diffusione dell’IA in Europa. Lo ha detto il presidente francese, Emmanuel Macron, e lo ha confermato Henna Virkkunen, vicepresidente esecutiva della Commissione europea con delega alla Sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia, in modo da favorire le aziende. 

Questo discende anche dal fatto che il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha smontato quell’impalcatura di protezione dell’IA fatta dal suo predecessore, per aumentare la competitività degli Stati Uniti, cosicché è aumentata la pressione sull’Ue affinché persegua un approccio più leggero alla regolamentazione dell’IA per sostenere le aziende europee nelle nuove sfide tecnologiche. Anche la Cina sta sostenendo ingenti investimenti nell’IA. L’Europa si è resa conto che non può restare indietro.

Inoltre, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha lanciato InvestAI, un’iniziativa volta a mobilitare 200 miliardi di euro per investimenti nell’IA, di cui farà parte un nuovo fondo europeo di 20 miliardi di euro per realizzare delle gigafabbriche di IA, necessarie per consentire lo sviluppo aperto e collaborativo dei modelli di IA più complessi e per mettere l’Ue al passo con gli altri Stati già molto forti nell’IA.

Le nuove gigafabbriche di IA saranno specializzate nella formazione dei modelli di IA più complessi e di grandi dimensioni. Tali modelli di prossima generazione richiedono un’ampia infrastruttura informatica per scoperte in settori specifici come la medicina o la scienza. Le gigafabbriche disporranno di circa 100.000 chip di IA di ultima generazione, circa quattro volte di più rispetto alle fabbriche di IA in fase di creazione in questo momento. Le gigafactories finanziate attraverso InvestAI saranno il più grande partenariato pubblico-privato al mondo per lo sviluppo di un’IA affidabile, in linea con il modello europeo di innovazione cooperativa e aperta, con particolare attenzione alle applicazioni industriali complesse.

InvestAI includerà un fondo stratificato, con azioni di diversi profili di rischio e rendimento. Gli Stati membri potranno inoltre contribuire attingendo ai loro fondi di coesione. Il finanziamento delle gigafabbriche di IA con un mix di sovvenzioni e capitale proprio costituirà uno dei casi pilota per le tecnologie strategiche annunciati nella bussola per la competitività. 

La Commissione europea aveva già annunciato le prime sette fabbriche di IA a dicembre e annuncerà presto le prossime cinque. L’attuale sostegno di 10 miliardi di euro per le fabbriche di IA, cofinanziato dall’Ue e dagli Stati membri, è già il più grande investimento pubblico nell’IA al mondo e sbloccherà oltre dieci volte più investimenti privati. 

Infine, la Commissione europea istituirà un Consiglio europeo per la ricerca sull’IA in cui gli Stati membri potranno mettere in comune le risorse ed esplorare lo sfruttamento del potenziale inutilizzato dei dati per sostenere l’IA e altre tecnologie. Poi, entro la fine dell’anno, la Commissione europea lancerà un’iniziativa denominata Apply AI per promuovere l’adozione industriale dell’intelligenza artificiale in alcuni settori chiave dell’industria europea.

Secondo Ursula von der Leyen, nell’auspicare che l’IA sia una forza per il bene e per la crescita, «l’IA migliorerà la nostra assistenza sanitaria, stimolerà la nostra ricerca e innovazione e rafforzerà la nostra competitività, […] attraverso il nostro approccio europeo, basato sull’apertura, la cooperazione e l’eccellenza dei talenti». Eppure, questo approccio va alimentato e, pertanto, «insieme ai nostri Stati membri e ai nostri partner, mobiliteremo capitali senza precedenti attraverso InvestAI per le gigafabbriche europee di IA», laddove «questo partenariato pubblico-privato unico nel suo genere, simile a un CERN per l’IA, consentirà a tutti i nostri scienziati e a tutte le nostre imprese, non solo alle più grandi, di sviluppare i modelli di grandi dimensioni più avanzati necessari per rendere l’Europa un continente dell’IA».

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