Una bicicletta di cartone

Non sembra ma è costituita di materiali di recupero, impermeabile ed ecosostenibile: l’eco-bici che arriva dal Messico

Si chiama Urban GC1 ed è la prima bicicletta al mondo fatta di cartone riciclato con componenti in metallo e plastica, naturalmente di recupero. Progettata dalla Greencode, startup messicana nata 4 anni fa a Chihuahua, grazie all’intuizione del suo fondatore, l’ingegnere meccanico Alberto González.

Ma come funziona? Il cartone riciclato utilizzato per telaio e ruote viene impermeabilizzato da una vernice a base di polistirene e le gomme piene – senza camera d’aria – attutiscono le vibrazioni ed eliminano alla radice il problema della foratura, forse il più frequente e fastidioso inconveniente in cui incorrono i ciclisti urbani nel corso delle loro pedalate in città. Il freno invece è a contropedale. Sarà disponibile in diversi colori, costerà circa 130 euro e peserà circa 10 chili.

La Greencode sta cercando fondi per poter produrre l’eco- bici: la campagna di crowdfunding sulla piattaforma Kickstarter ha quasi raggiunto i 250 mila pesos messicani necessari per trasformare il progetto in prodotto e poterlo vendere online in tutto il mondo: stando alle previsioni, la linea di produzione sarà in grado di sfornare 800 pezzi al mese.

Anche il packaging della Urban GC1 è stato concepito per minimizzare l’impatto ambientale: la scatola di cartone riciclato in cui sarà imballata la bici sarà accompagnata da un manuale di istruzioni per poter essere trasformata in qualcosa di utile, anziché essere buttata. La mobilità sostenibile sta diventando un tema sempre più sentito e attuale anche a causa dell’inquinamento che attanaglia le nostre metropoli.

In Europa la capitale a due ruote dell’ecosostenibilità può essere considerata Copenaghen nel cui centro circolano più biciclette che automobili. Milano, potrebbe presto diventare una concorrente, visti gli ultimi blocchi di febbraio nell’area C ad auto gpl e metano. Inoltre a ottobre prossimo ci sarà l’estensione territoriale della zona a bassa emissione (area di 130 km quadrati che comprende più di 1 milione e 300 mila abitanti), all’interno della quale potranno circolare solo i veicoli meno inquinanti: l’obiettivo è impedire l’accesso a Milano di 40 mila veicoli diesel euro 3.

 

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