Un mosaico di marmotte

Insomma – dice la mamma marmotta – t’ho già detto milioni di volte di non metterti così vicina ai turisti… Non è gente di cui fidarsi . Ma la piccola marmotta sembra non sentire affatto le avvertenze della mamma, mentre fa le capriole nel tappeto rosa di rododendri davanti alla sua tana. Certo, saranno strani questi turisti, ma non sembrano così cattivi, anzi sono divertenti, sempre con la macchina fotografica in mano , pensa. Guardate, guardate che bellina… Vieni più vicina cara, vogliamo farti la foto, che bel musino che hai, dicono i turisti. E flash, flash… Ed ecco qua la nostra marmotta sdraiata sulle pietre calde fingendosi disinteressata di ciò che accade attorno, mentre invece si mette in posa per le prossime foto. Fra un gioco e l’altro la piccola marmotta cresce e non si accorge che sta diventando vanitosa. Forse sarò nata per il cinema? Perché no? Con tutti questi elogi che mi fanno, forse avrò qualche vena artistica, pensa fra sé. Si immagina più bella delle altre, mangia poco per mantenersi snella (mentre per le marmotte è importante accumulare grasso per l’inverno). E un giorno decide di seguire la sua stella. Non è che non le piacessero i suoi rododendri, la sua tana confortevole, i suoi amici così gioiosi, ma gli applausi della gente la attirano così tanto da non voler più perdere tempo. Saluta i suoi genitori che invano cercano di dissuaderla e parte senza voltarsi indietro. Il viaggio è lungo e pericoloso, ma lei ormai è decisa, è in gioco la sua vita, il suo futuro e deve aver coraggio. Finalmente arriva. Sì, sì, non c’è dubbio, questo è il mio posto , pensa. Pettina la coda, cerca di dissimulare alcuni chili in più nella pancia e con passo da attrice bussa alla porta del grande studio. La fa entrare una simpatica signorina che gentilmente prende tutti i suoi dati. Ma seppur così gentile, né lei né nessun altro che entrasse o uscisse da quell’ufficio sembra stupirsi della sua presenza. Eppure tanti hanno le macchine fotografiche, e che macchine… Seduta dietro una grande porta incomincia a sentire i rumori di tantissimi flash e il suo cuore inizia a battere forte. Poi, come per magia, sente il suo nome, si alza con la grazia di chi sa di averla e in un attimo vede realizzato il suo grande sogno: da tutti gli angoli di quella sala spuntano dei riflettori di luce chiarissima e flash e flash… Tante foto, tante angolature, però ancora una volta la strana sensazione di essere solo una cosa da essere fotografata. Nessuna espressione felice, nessun commento di sorpresa, è come se fossero ciechi, se non la vedessero. Una grande tristezza, mescolata a frustrazione, rabbia, umiliazione e vuoto invade il suo cuore… Non è più importante per nessuno. Che terribile! Un freddo gelido percorre ogni fibra del suo essere e in un istante rivede la sua montagna, i suoi rododendri, la sua tana, il cielo blu. Ma a quel paesaggio ora manca qualcosa, qualcuno, un tassello che, guarda un po’, ha la sua misura, il suo nome! Una gioia calda danza nel suo cuore. Di corsa torna indietro verso la sua valle che non aveva mai smesso di aspettare il suo ritorno, valle che per lei non era mai stata così bella come ora. Ohhh… quanti abbracci, quanti fischi di bentornata. Non c’è tempo per i rimpianti, per le scuse. Ormai una coda di bambini, anziani e giovani davanti alla sua tana aspettano con gioia di poter veder una marmotta e forse farle anche una foto. Insomma – dice la mamma marmotta -, t’ho gia detto quanto sei importante per noi?.

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