Un lavoro migliore

Circa un anno fa, l’attività che mio fratello e sua moglie avevano intrapresa si rivelò inadeguata alle loro possibilità, così si ritrovarono con pochi soldi, senza lavoro e con la fede ridotta al lumicino. Ciò che subito poteva apparire un dramma si rivelò invece come l’inizio di un cammino di conversione, in cui sperimentare la paternità di Dio. Cinque mesi di disoccupazione, nessuna risposta alle centinaia di curricula inviati. Ma quel denso periodo servì a far capire a mio fratello che avere un lavoro qualsiasi è un privilegio, e la bellezza di pregare insieme a tutta la famiglia. Finalmente mio marito, considerato a torto l’insensibile della situazione, riuscì a farlo assumere con contratto a termine in un posto peggiore rispetto a quello di prima. Ma questo passava il convento e lui accettò di buon grado, ringraziando. Intanto continuavamo a pregare. L’8 settembre, festa della natività di Maria, sia mia madre che mio padre, ciascuno in modo diverso, ebbero dei segni premonitori che qualcosa di bello sarebbe accaduto. E in effetti quello stesso giorno arrivò la notizia della prospettiva di un lavoro decisamente migliore per mio fratello. Oggi lavora in ufficio, non è più depresso e nervoso; ma soprattutto in lui e in sua moglie la fede si è riaccesa. L. G. – Torino Una mattina, passando davanti ad una banca, vidi in terra un malloppo di denaro con un libretto di deposito bancario. Lo raccolsi e subito entrai per consegnarlo al cassiere. Stupito, non ebbe il tempo di commentare il gesto che il legittimo proprietario era già rientrato in banca. Al vedere il malloppo tirò un sospiro di sollievo ed esclamò: Erano gli stipendi della tal ditta e il libretto è al portatore: sarebbe stato un vero danno per l’azienda in cui lavoro!. Commosso, voleva sapere il mio nome per ricompensarmi. Di rimando gli risposi che le ricompense migliori sono quelle che vengono da Dio. Dopo alcuni mesi dovevo approntare un preventivo per un lavoro in una grande azienda, ma non erano ancora pronti i progetti esecutivi. Mi chiedevano di iniziare subito i lavori, le macchine erano già montate, ma mancavano i disegni degli impianti. Non avevo elementi per preventivare la spesa e potevo cominciare il lavoro il giorno dopo solo con prestazioni in economia. Avevamo il personale adatto, in numero sufficiente, ed il materiale era già pronto. L’interessato però non era dello stesso parere perché non avrebbe potuto contare le ore di lavoro effettivo del mio personale e, forse, temeva di essere imbrogliato. Mi dichiarai disponibile ad eseguire i lavori dopo il preventivo, e lo invitai a prendere un caffè al bar prima della sua partenza. Chiacchierando, venne a sapere che abitavo nello stesso paese di un suo amico che non vedeva da tempo. Ci lasciammo con l’accordo che mi avrebbe spedito i progetti appena pronti; tuttavia, osservò, avrebbe perso delle settimane di lavoro, rischiando di finire oltre il massimo del tempo a disposizione. Dopo appena sei ore mi richiamò per annunciarmi che potevo cominciare il lavoro in economia. Cosa gli aveva fatto cambiare idea? Mi rispose che aveva interpellato quel suo amico: era la stessa persona che aveva perso i soldi davanti alla banca! Di colpo ci eravamo aggiudicati un lavoro importante, che ci avrebbe occupato per diversi mesi. D.P. – Italia

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