Tra Atene e Gerusalemme

Il contributo di Giovanni Reale alla filosofia del’900. Rinnovatore del pensiero, ha offerto una nuova comprensione del pensiero di Platone e Aristotele. Abitatore di due mondi, ha saputo compenetrare l’umanesimo greco e quello cristiano
Giovanni Reale

Gli inizi della storia cristiana sono stati segnati da una domanda di importanza capitale per gli sviluppi che questa storia ha poi conosciuto: cosa bisogna farne della tradizione culturale greca, ora che il Cristo, incarnazione della verità di Dio e degli uomini, è apparso sulla scena del mondo? Quale ruolo assegnare all’eredità di un pensiero, quello greco, così profondamente distante dall’interpretazione del mondo ebraica?

Gesù era un ebreo e si è rivolto prevalentemente ad ebrei: assumere linguaggi, abitudini, procedimenti di pensiero, visioni del mondo diversi da quelli ebraici, non costituisce forse un tradimento della purezza dell’insegnamento di Gesù? Sin dagli inizi, per fortuna, la storia cristiana ha conosciuto un’apertura a linguaggi e comprensioni del mondo diversi da quelli ebraici, senza che questo abbia compromesso in alcun modo la fedeltà a Gesù: basti dire che la lingua nella quale sono stati scritti i vangeli è quella greca. La capacità di custodia e promozione dei tesori provenienti da culture altre è il primo indicatore del valore e della fecondità di una civiltà, quando comincia ad affacciarsi sulla scena della storia. E, in riferimento a singoli uomini, è il primo indicatore del valore e della fecondità del lavoro di coloro che della cultura e dell’esercizio del pensiero fanno la loro professione.

Giovanni Reale, nato a Candia Lomellina (Pavia) il 15 aprile 1931, e morto due giorni fa a Luino (Varese) a 83 anni, è stato innanzitutto un filosofo rigoroso. Allo stesso tempo è stato un cattolico convinto, trasparente. Appassionato nel vivere la propria fede quanto nel percorrere i sentieri talvolta tortuosi del pensiero. Un autentico maestro nel panorama della filosofia degli ultimi decenni, capace di riscoprire e riproporre l’eredità viva di una civiltà – quella greca – che è assolutamente irrinunciabile anche al nostro tempo.

Compiuti gli studi liceali a Casale Monferrato, si era formato presso l’Università Cattolica di Milano, per poi perfezionarsi nelle Università di Marburgo e Monaco di Baviera. Dopo un periodo di insegnamento nei licei, aveva insegnato filosofia morale e storia della filosofia presso l’Università di Parma, per poi passare all’Università Cattolica di Milano, dove era stato a lungo Ordinario di storia della filosofia antica. Presso la Cattolica, per la formazione dei propri allievi aveva fondato il Centro di ricerche di Metafisica. Dal 2005 professore presso la facoltà di Filosofia del San Raffaele di Milano, vi aveva avviato il Centro Internazionale di Ricerche su Platone e sulle radici platoniche del pensiero e della civiltà occidentale.

Giovanni Reale è stato un rinnovatore del pensiero, aprendo nuovi accessi alle opere fondamentali della tradizione filosofica greca. Noto anche ad un pubblico più vasto per un manuale di Storia della filosofia, curato insieme a Dario Antiseri e a tutt’oggi ampiamente utilizzato nei licei, ha diretto e curato importanti collane scientifiche, e le sue pubblicazioni sono tradotte in diverse lingue. In particolare, il suo lavoro scientifico si è rivelato fondamentale per una nuova comprensione del pensiero di Platone e Aristotele, nell’interpretazione dei quali il suo contributo costituisce un vero spartiacque.

Prima e più di ogni altra cosa, però, Reale è stato maestro di una metafisica autentica. Autentica perché consapevole del fatto che, per dirla con Giovanni Paolo II, «la metafisica non va vista in alternativa all'antropologia, giacché è proprio la metafisica che consente di dare fondamento al concetto di dignità della persona in forza della sua condizione spirituale» (Fides et Ratio, n. 83). In questo modo è possibile evitare «sterili ripetizioni di schemi antiquati», e mostrare che «la filosofia dell'essere […] è una filosofia dinamica» (n. 97).

Accade, talvolta e in qualche personalità fuori dal comune, che l’umanesimo greco incontri davvero quello cristiano, e i due umanesimi si compenetrino vicendevolmente. Giovanni Reale è stato un abitatore di due mondi, al crocevia tra due appartenenze sentite e vissute ugualmente come irrinunciabili. C’è da augurarsi che maestri di questa levatura non cessino mai di esserci donati, e di segnare e accompagnare i nostri giorni.

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