Tessera del tifoso addio

Governo e mondo del calcio siglano un protocollo d’intesa per facilitare l’ingresso allo stadio: via libera a tamburi e megafoni, snellite le procedure di vendita di abbonamenti e biglietti, tessera del tifoso ridotta a “strumento di marketing”
Le curve dello Juventus Stadium di Torino piene di bambini

Un piano triennale che veda il rilancio del concetto di sicurezza partecipata all’interno degli stadi nell’ottica di obiettivi quali il recupero della dimensione sociale del calcio, il ritorno delle famiglie allo stadio e il contenimento dei costi, tentando di raggiungere la sostenibilità economico-gestionale del sistema: questo è il cuore del documento siglato da Ministero dell’Interno, Ministro per lo Sport, Coni, Figc, Leghe Calcio, Associazioni di arbitri, allenatori e calciatori.

Il nuovo Protocollo sugli stadi, denominato “il rilancio della gestione tra partecipazione e semplificazione”, va a modificare molti degli aspetti fondamentali che avevano scandito la vita dei tifosi nel corso di quest’ultimo decennio. Un piano triennale che vedrà un rinnovamento per gradi, riguardante soprattutto tre elementi.

La tessera del tifoso, anzitutto, andrà a cambiare le sue prerogative diventando una semplice carta fedeltà: a distanza di sette anni dalla sua adozione, dunque, la tessera si ridurrà a uno strumento di marketing per le società slegato dall’acquisto dell’abbonamento, come ha tenuto a precisare il capo dell’Osservatorio per le Manifestazioni Sportive Daniela Stradiotto.

La cancellazione dei voucher e l’abrogazione dell’iniziativa “invita un amico allo stadio” fanno da corollario alla generale semplificazione delle procedure di vendita: l’abbonamento, come già accennato, sarà acquistabile senza il rilascio della carta di fidelizzazione, mentre i biglietti per lo stadio (eccetto il settore ospiti) potranno essere acquistati anche il giorno della gara. La tessera del tifoso non sarà più necessaria neanche per l’accesso ai settori ospiti: le uniche limitazioni sono legate a specifiche valutazioni da parte dell’Osservatorio, in caso di partite a rischio.

Altro elemento importante riguarda la riammissione negli stadi di tamburi e megafoni, con alcune restrizioni: il loro numero dovrà essere proporzionato alla grandezza del rispettivo settore; i tamburi possono essere a una sola battuta e, in caso di loro introduzione, ci dev’essere una precedente identificazione del referente. Nelle stagioni calcistiche 2018-29 e 2019-20, poi, il Protocollo prevede la disciplina dei servizi di stewarding, improntati a una maggiore accoglienza e fruibilità degli stadi, oltre a una rivisitazione della disciplina sull’impiantistica calcistica che segua logiche di inclusione (attraverso la riduzione delle barriere) e responsabilizzazione degli utenti.

Si tratta chiaramente di un netto cambio di strategia rispetto al recente passato: gli organi di governo del calcio, così facendo, sembra abbiano deciso di girar pagina e passare da un modello di “divieto con eccezioni” a quello dell’“ammissione con eccezioni”. Una variazione non indifferente che, per essere totalmente attuata, avrà bisogno del costante impegno dei Ministeri preposti, del Comitato Olimpico Italiano e della Federazione.

I diretti interessati, in tal senso, lanciano messaggi chiari: «Siamo convinti che questo sia un passo in avanti – afferma il ministro dello sport Luca Lotti – e che, assieme alle altre novità normative che ci saranno nella prossima finanziaria, possa aiutare le persone e le famiglie a tornare allo stadio e i bambini a vivere il calcio per quello che è: un gioco, uno sport. Riportare i tamburi e i megafoni in curva va in questa direzione: il tifo per la propria squadra di calcio è una festa e una gioia, esprimerlo con la musica è quanto di più bello si possa vedere».

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il Presidente della Figc Carlo Tavecchio: «l’evento sportivo non deve diventare un dramma e una costrizione: i bambini devono poter entrare tranquillamente negli stadi. Assieme a tutto ciò, è nostro dovere costruire una nuova cultura, in cui lo stadio non sia più luogo di paura: i giovani devono poterci andare tranquillamente e dobbiamo educarli a ciò partendo dalla scuola. Ritengo che questi provvedimenti siano l’ideale per portare avanti un cambio di passo». Il presidente del Coni Giovanni Malagò sottolinea il fatto che adesso toccherà alle società sportive “essere più responsabilizzate, con professionalità costruite in maniera chirurgica. Si è chiuso un cerchio – conclude Malagò – adesso bisogna completare la trasformazione dell’impiantistica sportiva delle società professionistiche”.

 

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