«Sì ai migranti nel mio Paese e nella mia casa»

L'iniziativa di un'anziana cittadina di Arco, in provincia di Trento, a favore degli stranieri ha suscitato consensi e polemiche, anche a livello nazionale. Decine di altre persone pronte a manifestare in silenzio con i cartelli.
Foto di La Marti Artioli

Tutto è partito da una foto diffusa sul gruppo Facebook Sei di Arco se… – uno dei post con il maggior numero di interazioni degli ultimi tempi –; ed è poi rimbalzato in breve tempo a livello locale e sui media nazionali, dando all’ottantatreenne signora – che un account sul social network potrebbe non averlo nemmeno – un’inaspettata notorietà. Stiamo parlando della signora che domenica 29 luglio si è seduta al di fuori della chiesa del suo paese, in provincia di Trento, con un cartello che diceva “Io cristiana dico sì ai migranti nel mio Paese e nella mia casa”.

L’autrice dello scatto spiega che la signora le ha raccontato di essere stata spinta a reagire al clima di intolleranza che vede crescere nel nostro Paese dai suoi ricordi di bambina, cresciuta ai tempi del regime fascista (è nata nel 1935) e di aver scelto questo sit-in silenzioso come modalità pacifica di esporre le proprie idee.

Naturalmente si sono susseguiti a ritmo serratissimo i commenti sia pro che contro la scelta di questa signora, con toni anche parecchio accesi; fatto sta che già un paio di giorni dopo un altro gruppo di persone ha deciso di dare seguito al suo gesto nel capoluogo trentino, dandosi appuntamento con i cartelli ogni martedì e venerdì davanti al duomo. La referente del gruppo, Giusi Campisi, ha affermato a La Stampa che sarebbero coinvolte una settantina di persone in tutto.

Al netto delle considerazioni sull’essere o meno d’accordo con il contenuto o con le modalità, rimane innegabile il fatto che il messaggio è stato lanciato, e ben al di là della piazza di Arco. Tanto che la signora, tramite alcuni conoscenti contattati da noi di Città Nuova, ha fatto sapere di voler rimanere lontano dai riflettori – il suo nome non compare nemmeno nel post – e di non avere intenzione di proseguire con la sua protesta silenziosa, che si era proposta di fare ogni domenica, perché il suo messaggio è stato colto e il suo testimone raccolto.

Anche ad Arco infatti, ci riferiscono, c’è un gruppo di persone pronto a scendere in strada con i cartelli domenica prossima; e a dare un contributo concreto all’accoglienza nella comunità dei richiedenti asilo che ci sono in questo Comune, e che a breve – una volta terminato il progetto in cui erano inseriti – inizieranno a vivere in paese come tutti gli altri cittadini.

L’iniziativa della signora ha lanciato un “sasso” che, complice la risonanza mediatica, avrà ripercussioni a livello nazionale? È presto per dirlo; ma il fatto che una semplice vecchina con un cartello scritto a pennarello su un pezzo di cartone, seduta fuori da una chiesa in una paese di provincia, abbia destato una tale attenzione, fa comunque riflettere su quanto sensibile sia oggi questo tema. E quanto sia necessario quindi stimolare tutti ad esporre le proprie idee in maniera rispettosa e costruttiva, come prerequisito perché queste non rimangano soltanto un proclama ma si traducano in soluzioni concrete ad un problema che – ormai è chiaro a tutti –, non si risolverà né con il semplicismo delle porte aperte a tutti senza considerare le criticità, né con quello del rispedire al mittente senza sé e senza ma chi arriva nel nostro Paese.

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