Come scegliere in poco tempo

La casa è e resta il più vicino angolo di mondo che abitiamo e lo abitiamo con tutto noi stessi. Come si fa quando, come è accaduto a Genova, bisogna lasciarla in tutta fretta?
ANSA/LUCA ZENNARO

Nell’ultimo consiglio comunale di Genova si è discusso del calendario da predisporre per consentire alle persone sfollate dopo il crollo del ponte Morandi di recuperare i propri beni.

Resta però il problema, per queste famiglie che hanno dovuto lasciare in fretta e furia le proprie abitazioni, di scegliere, in poco tempo, cosa recuperare e cosa abbandonare per sempre. Una scelta difficile, quando ogni oggetto, in casa, ci ricorda una gioia, un dolore, affetti, sacrifici, trionfi.

Come si fa a scegliere in così poco tempo cosa prendere e cosa lasciare?

La casa è e resta il più vicino angolo di mondo che abitiamo e lo abitiamo con tutto noi stessi. Quando piano pratico/razionale e piano emozionale si sovrappongono, scegliere diventa difficile. In questi casi avremmo bisogno di tempo e quando non ce ne è ci affidiamo alla logica del fare quello che si può nel tempo dato.

Si pondera, si valuta, senza trascurare le scelte di cuore. Queste ultime sono impregnate di ricordi e di significati emozionali che danno senso alla storia personale e familiare.

Per non dimenticare nulla e non trascurare ogni aspetto tra praticità, razionalità e di pregnanza emotiva sarà importante stilare una lista delle cose da prendere, di quelle importanti per ciascun membro della famiglia.

Le funzioni di intuito ed istinto che in situazioni di emergenza, come quando ad es. si è dovuto uscire di casa in tutta fretta per salvarsi la vita, sono state preziosissime, in questo caso potranno ancora esser utili a ricordare e far afferrare nel tempo di un millisecondo qualcosa a cui non si era pensato prima. L’istinto procede per automatismi, l’intuito per illuminazioni che fulmineamente si rendono consapevoli.

Attraverso di essi l’attenzione è rapita e l’occhio intravvede con lungimiranza cose non ancora del tutto chiare poiché la mente velocemente crea connessioni.

La vera sfida potrà essere riuscire a portar via solo quello che ci si era prefissati. Ciascuno ha con le cose un rapporto diverso.

I ricordi più belli si annidano nell’anima e gli oggetti ne permettono solo la rievocazione. Se pensiamo agli anziani che vivono di ricordi non facciamo fatica a comprendere quanta fatica si possa fare a lasciare la propria casa ed a separarsi anche da piccoli oggetti.

Differente sarà il vissuto di un giovane o di un bambino il cui sguardo è proiettato in avanti o il vissuto dell’adulto che nella costruzione ed organizzazione di quel “proprio angolo di mondo” aveva riversato il suo impegno.

È proprio in questo doppio orientamento, tra passato da lasciare e futuro da scoprire, che si inscrive un’altra grande difficoltà delle scelte. Quasi come in un addio, scegliere comporta gioia e dolore.

Paradossalmente è proprio nella possibilità di lasciare che si trova l’occasione di fare spazio al nuovo, di ripensarsi, di scoprire nuove opportunità e nuovi significati per la propria vita.

Lo sanno bene tutti quelli che per lavoro, per passione o per condizioni di vita e calamità sono costantemente chiamati a rimettersi in cammino.

E la fatica non è solo quella del lasciare ma anche del ricominciare o del costruire, lasciando in qualche modo le “sicurezze” del già noto ed aprendosi con fiducia al nuovo ancora incerto e da scoprire. E’ la sfida sempre nuova ed attuale dell’essere in divenire che a condizioni diverse ciascuno vive.

In fondo i ricordi e gli affetti sono pezzi di vita che più che viaggiare con noi, viaggiano in noi.

 

 

 

 

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