Riforma del capitalismo

Povertà, disoccupazione e inquinamento sono i grandi mali di un sistema da cambiare. È possibile una svolta? Tracce di un dibattito in corso. Da seguire in vista delle elezioni europee del maggio 2019
AP Photo/Mark Lennihan

«Il fine della vita umana su questo pianeta non è semplicemente sopravvivere ma vivere con grazia, bellezza e felicità. È il nostro compito. Cominciamo oggi» Parole di Muhammad Yunus che ha fondato nel 1976 Grameen Bank, un istituto di credito indipendente che pratica il microcredito senza garanzie.

Oggi Grameen è presente in migliaia di villaggi del Bangladesh ed in decine di Paesi in ogni parte del mondo. Il banchiere dei poveri ha immaginato un mondo senza povertà. A suo avviso si può creare un capitalismo più umano con il business sociale. Oggi, a dieci anni da una crisi epocale che non è ancora terminata, è arrivato il momento di ammettere che gli ingranaggi del capitalismo sono difettosi. L’economia è cresciuta ma si è concentrata in poche mani. E’ aumentata la povertà in tutti i paesi del mondo. La disoccupazione emargina una intera generazione di giovani. La produzione industriale rischia di distruggere l’ambiente.

Un nuovo modello sociale esiste già e non è fondato sull’interesse personale e sulla disuguaglianza bensì sul business sociale. Così l’energia è entrata in tante case bengalesi, così ha trasformato tanti giovani disoccupati in imprenditori. Ed ha finanziato imprese gestite da donne negli Usa, in Francia, nel Sud del mondo.

È possibile per Yunus eliminare le disuguaglianze create da un capitalismo senza regole impiegando le risorse della vita di tutti i giorni: l’altruismo e la generosità.  Occorre riconoscere l’inganno del capitalismo classico, secondo il quale la natura umana è egoista e orientata al self interest.

Dopo i fallimenti del capitalismo, è necessario creare una nuova civiltà: la contro economia del business sociale. È possibile un mondo a tre zeri. Povertà zero ponendo fine alle disuguaglianze eccessive di reddito. Disoccupazione zero non cercando posti di lavoro ma creandoli con start up e creatività sociale.

Il microcredito in tal senso può essere lo strumento per promuovere imprenditorialità. Carbonio netto zero creando una economia della sostenibilità con l’economia verde.

Esistono i megapoteri per trasformare il mondo? La gioventù potrebbe dare una spinta decisiva in questa direzione, con energia e potere ai giovani di tutto il mondo attraverso scuole ed università. Occorre puntare su una rete globale emergente di imprenditori di business sociale. Giovani ed anziani possono lavorare insieme per creare un mondo nuovo. La tecnologia può scatenare il potere della scienza per liberare tutti, in particolare i poveri.

Buona governance globale e diritti umani sono le chiavi per costruire una società per tutti. Quali sono i trampolini per il futuro? È urgente una infrastruttura giuridica e finanziaria per risolvere i problemi dei sistemi attuali. Si tratta di riprogettare il mondo di domani. Il capitalismo è in crisi. Serve una forma più elevata di creatività umana.

La riforma del capitalismo nel XXI secolo deve contrastare il potere delle grandi corporation e dei super ricchi.

Colin Crouch osserva in “Salvare il capitalismo da se stesso”, Il Mulino, Bologna 2018, una veduta corta nell’attuale contesto globale. È quella del capitalismo neoliberista che dimentica le istanze sociali e ambientali e che rischia di distruggere le proprie risorse.

I movimenti populisti, ripiegati con tratti xenofobi nei confini nazionali, non riusciranno mai ad imporre una regolazione a livello sovranazionale.

Spetta ad organismi con competenze internazionali, come ad esempio l’Unione Europea e l’OCSE, purché investiti di un forte mandato democratico, portare tutti i protagonisti ad abbandonare le proprie spinte autolesioniste. Occorre prendere atto di ciò che non va nel capitalismo neoliberista e non gettare il bambino con l’acqua sporca. È possibile riformare il capitalismo sconfiggendo i neoliberisti aziendalisti e la tentazione di un nazionalismo risorgente.

Solo un governo transnazionale può affrontare questo tipo di problemi insieme ad organizzazioni e gruppi che promuovono sistemi politici democratici ed il pluralismo. «Lo si potrà riformare solo se e quando i principali gruppi di interesse del capitalismo mondiale capiranno che flirtare con le forze xenofobe significa mettere a rischio i propri interessi di lungo periodo, peraltro già sotto la minaccia delle loro stesse azioni a breve termine; e se e quando la politica democratica potrà davvero estendersi al di sopra dello Stato-nazione».

In particolare, urgono partiti europei per una vera agenda politica comune in vista delle elezioni del 26 maggio 2019.

 

 

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